UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«La scuola insegna ad affrontare la realtà e ora la nostra realtà è questa»

Il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna, Stefano Versari: «Anche questo è un modo intelligente di preparare la Maturità»
29 Maggio 2023

«Anche spalare il fango è un modo intelligente per prepararsi alla Maturità». Mancano poco più di venti giorni all’esame e tanti, tantissimi studenti dell’Emilia Romagna alluvionata, passano le giornate non sui libri ma con la pala in mano. Ricevendo il plauso commosso del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari. Che, a sua volta, si divide tra l’ufficio di Bologna e la preoccupazione per la casa e la famiglia a Forlì. È un momento difficile e complicato per tutti, da quelle parti e i più giovani, ancora una volta, si stanno dando da fare con una generosità troppo spesso sottovalutata.

«La scuola insegna ad affrontare la realtà e, oggi, la nostra realtà è questa: acqua e fango », sottolinea Versari. E dunque: «Oggi si spala perché la scuola è il luogo degli apprendimenti con modalità educativa», spiega il direttore. Da settimane impegnato con gli istituti del territorio a organizzare una fine d’anno scolastico che tenga conto della drammaticità della situazione. Comunque vada, «nella circostanza attuale, la validità dell’anno scolastico non è pregiudicata», ha scritto Versari ai dirigenti scolastici, riprendendo una nota del febbraio 2012, l’anno del terremoto che ha devastato la Pianura Padana.

Dal Ministero dell’Istruzione e del Merito sono stati messi a disposizione 20 milioni di euro, che serviranno per acquistare gli strumenti necessari a garantire il “collegamento” con la scuola a chi ha perso tutto. Anche se, sottolinea Versari, la principale preoccupazione di dirigenti e insegnanti non deve essere attivare la Didattica a distanza, ma stare accanto ai propri studenti.

«L’obiettivo da realizzare quanto prima – scrive ancora Versari ai presidi – è quello di ritrovarsi a scuola, “gomito a gomito”. Pertanto, non appare opportuno in questa fase ricorrere a forme generalizzate di didattica digitale integrata o a distanza. È invece necessario, in presenza di specifiche e motivate situazioni (ad esempio, per gli studenti impossibilitati a recarsi a scuola per interruzione della viabilità) attivare risposte personalizzate e flessibili, anche con l’utilizzo di strumenti e risorse digitali». Anche per gli ormai imminenti esami di Stato, di terza media e di Maturità, «sono allo studio varie ipotesi, ma la situazione è mutevole», ricorda il direttore dell’Usr.

Secondo l’ultima rilevazione, al momento sono una settantina gli edifici scolastici chiusi, quasi tutti del primo ciclo. Ma non tutte le scuole sono ferme perché allagate. Alcune sono state danneggiate dall’acqua, che poi si è ritirata, mentre altre, soprattutto quelle delle zone collinari, sono chiuse perché non raggiungibili a causa delle condizioni delle strade di collegamento e altre ancora sono sotto frane incombenti. «L’Appennino, da Cesena a Bologna, è un’enorme frana di 100 chilometri», ricorda Versari. Che, nei giorni scorsi, ha tenuto una conferenza di servizio con i dirigenti scolastici delle zone maggiormente colpite. Tra queste c’è Forlì, dove Daniela Bandini è preside dell’Istituto comprensivo numero 5. La scuola, ha detto la preside in collegamento da remoto, è chiusa ma si è fin da subito attivata per far fronte all’emergenza, mettendo a disposizione degli sfollati la struttura. Persino i bagni e il cortile, trasformato in una grande cucina da campo per la popolazione rimasta senza gas.

Nella cintura bolognese, a Casalecchio di Reno, Carlo Braga è preside dell’Itcs “Gaetano Salvemini”, 1.500 studenti di 50 comuni dell’Alta Valle del Reno disseminata di frane. Per una decina di ragazzi, che non possono raggiungere la scuola per la chiusura delle strade, sono stati attivati percorsi personalizzati. Perché la scuola, in questo territorio bellissimo e fragile, ora deve soprattutto «fornire serenità».

Paolo Ferrario

Avvenire, 28 maggio 2023