UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Aurora e gli altri: «Ora fateci spiegare perché siamo venuti a spalare il fango»

Studenti, universitari, precari La generazione dimenticata che sta salvando la Romagna (e che va resa protagonista)
29 Maggio 2023

Non sono attivisti. Non militano nei gruppi organizzati, animati dalla protesta per il cambiamento climatico o per il caro-affitti. E non vogliono essere chiamati “angeli del fango”, un’altra etichetta semplicistica con cui liquidare una generazione che a seconda delle emergenze nazionali viene additata come colpevole o magnificata come eroica (anche se per chi li vede affacciarsi alla porta di casa, tra gli alluvionati, angeli lo sembrano davvero). Tania, Lisa, Marta, Michele, Luigi sono alcuni fra le migliaia di ragazzi che camminano in queste ora con la pala in spalla e gli stivali di gomma per le strade di Cesena, Forlì e Faenza: saltano agli occhi quasi come le cataste di detriti accumulate fuori dalle case sommerse, brulicano sui marciapiedi, coprono il rumore delle idrovore con le risate. Hanno voglia di esserci, di partecipare. Vogliono aiutare, stancarsi, sporcarsi le mani. Sono alla ricerca disperata di un senso, che trovano qui, nel fango. E che li rende felici.

Sono gli stessi ragazzi di cui ci lamentiamo dicendo che sono disinteressati, sempre attaccati al telefonino, superficiali. Sono i figli che teniamo protetti nelle case, convinti che non debbano mai incontrare la morte o il fallimento o il dolore, come se fossero oggetti di anestetizzazione e non soggetti di desideri e imprese e sogni. Sono quelli a cui sentiamo di dover dire come fare le cose, perché le abbiamo fatte così prima di loro, certi che sbaglieranno e che noi, sempre noi, avremo avuto ragione. Sono quelli che stanno male, che il Covid ha isolato e spezzato, lasciandoli in ostaggio delle dipendenze, della depressione, dei disturbi alimentari, della violenza.

Questo è il loro momento, ma anche il nostro. Capire che sono e devono essere protagonisti, messi al centro, guardati e lasciati fare è la risposta che possiamo dare al disagio che ci stanno urlando. L’alluvione allora può essere un’occasione da cogliere. (V. Dal.)

Avvenire, 28 maggio 2023