UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Gli studenti indecisi sulle superiori

A pochi giorni dalla decisione sulle iscrizioni al nuovo anno 1 su 4 non sa cosa fare. Rivolta dei dirigenti sulla rotazione dei posti
6 Gennaio 2023

Andare o non andare al liceo? Eccolo, il dilemma che attanaglia uno studente su quattro tra coloro che, ormai entro una manciata di giorni, saranno chiamati a scegliere l'indirizzo di studio e l'istituto dove passare – auspicabilmente – il prossimo lustro. A segnalarlo l'annuale Osservatorio sull'orientamento scolastico del portale Skuola.net, costruito intervistando 1.800 alunni di terza media a tre settimane dal via della procedura di iscrizione. Infatti, solo il 50% degli intervistati pare aver “blindato” la decisione con largo anticipo, mentre un ulteriore 25% aveva sciolto la riserva sull'indirizzo di studi ma non sull’istituto in cui puntare al diploma. Come spesso accade, dunque, il momento di passaggio dalle medie alle superiori per molti studenti si trasforma in una situazione paradossale: da una parte sono invitati a fare una scelta che potrebbe incidere sul proprio futuro in maniera profonda, dall’altra sono costretti a prenderla senza un supporto efficace.

Forse perché, ancora una volta, l’orientamento scolastico – di cui tanto si è parlato nelle ultime settimane, anche per le nuove Linee guida varate dal ministro Valditara – sembra essere un punto di debolezza del sistema: per un intervistato su cinque le attività organizzate dal proprio istituto sono state pressoché inesistenti. Non proprio la condizione ideale per una “classe”' di studenti che sembra essere consapevole di quanto la decisione che prenderanno sia pesante: oltre tre su quattro, infatti, sanno che il tipo di diploma superiore che andranno a ottenere condizionerà parecchio i propri sbocchi professionali, tanto che circa un quarto nella scelta ha guardato soprattutto alla quantità di opportunità occupazionali o formative che potrebbe aprire dopo la Maturità.

Intanto il mondo della scuola, ancora fermo per la pausa natalizia, si prepara a una nuova agitazione: per i dirigenti scolastici spunta infatti un obbligo di rotazione – finora ignorato dalle regioni – in una norma del Codice anticorruzione. Saranno i singoli Uffici scolastici a decidere dopo quanti mandati scatta l'incompatibilità e quindi il trasferimento. Ma tanto è bastato per far saltare sulla sedia i 7.500 dirigenti scolastici italiani: di questi, almeno il 15% rischia infatti dal prossimo anno di essere trasferito. Alla base della norma ci sarebbe il fatto che i presidi gestiscono appalti affidamenti e acquisto di beni. «Ma la scuola è un settore a basso rischio corruttivo e il valzer dei dirigenti non è funzionale al sistema scolastico» fanno notare dalla Cisl scuola. Promette battaglia anche l’Associazione nazionale presidi: «Non si può accomunare le scuola alla Pubblica amministrazione».

Avvenire, 6 gennaio 2023