UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Papa Francesco ai rettori delle Università del Lazio

L’invito al mondo accademico, nel contesto del patto educativo globale: “Stimolare le forme di apprendimento-servizio alla comunità”
17 Maggio 2022

“È proprio questo il momento di un grande investimento educativo. Per questo si sta sviluppando il Global Compact on Education, ovvero un progetto di lavoro comune su scala globale, che coinvolge tanti interlocutori, dalle grandi religioni alle istituzioni internazionali, alle singole istituzioni educative”. Lo ha detto Papa Francesco, questa mattina, ai rettori delle Università del Lazio ricevuti in udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano.

“È questo, in concreto, l’orizzonte della pace: una formazione universitaria umana e universale, sul concreto. A volte, alcune università – penso ad alcune che ho conosciuto – portano avanti l’eredità universitaria dell’illuminismo, che è riempire di idee la testa, fare dei ‘macrocefali’, e questo non aiuta. Si deve educare col linguaggio della testa, del cuore e delle mani, e così si cresce nella società”, ha ammonito Francesco. “Questo, in concreto, è l’orizzonte della pace – ha proseguito – che oggi giustamente reclamiamo e per cui preghiamo intensamente, e dunque dello sviluppo vero e integrale, che non si può costruire se non con il senso critico, la libertà, il sano confronto e il dialogo. E queste quattro cose non si possono fare senza libertà”.

“Siamo qui alla base dell’idea stessa di Università e del ruolo che questa istituzione non può non avere, oltre le barriere e i confini, ha aggiunto il Pontefice. Consapevole che “i grandi cambiamenti chiedono di ripensare i nostri modelli economici, culturali e sociali, per recuperare il valore centrale della persona umana”, Papa Francesco ha ribadito l’importanza del “servizio che l’università può dare”. “Gli studenti non si accontentano della mediocrità la sfruttano, ma non si accontentano –; non si accontentano di una mera riproposizione di dati, nemmeno di una formazione professionale senza orizzonte”. Quindi, l’invito ad “ascoltare le studentesse e gli studenti, i colleghi e le colleghe – quest’atmosfera di dialogo, non manchi questo –; ascoltare la realtà sociale e istituzionale, quella vicina e quella globale, perché l’università non ha frontiere: il sapere, la ricerca, il dialogo, il confronto non possono che superare ogni barriera ed essere ‘a tutto campo’”. “Non vi manchi pure il coraggio dell’immaginazione e dell’investimento, per uno sviluppo umano della ricerca, per formare giovani capaci di portare qualcosa di nuovo nel mondo del lavoro e nella società; formarli anche al rispetto: rispetto di sé stessi, rispetto del prossimo, rispetto del creato e rispetto nei confronti del Creatore”, ha aggiunto.

Infine, l’esortazione a “vigilare perché tutti coloro che lo meritano e non ne hanno i mezzi possano esercitare in pieno il loro diritto allo studio e alla formazione”. “E così pure a portare avanti il lodevole impegno di accogliere studenti, ricercatori e docenti vittime di persecuzioni, guerre, discriminazioni in diversi Paesi del mondo. Possiate stimolare in molti le forme di ‘apprendimento-servizio’ alla comunità, affinché, misurandosi con le povertà e le periferie esistenziali e sociali, diano ulteriore senso e valore alla loro formazione universitaria, mai disgiunta dalla vita, dalle persone e dalla società”.

Sir, 16 maggio 2022