UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Bignardi: giovani, fiducia nella scuola

Non si è spenta la voglia di investire sulla propria formazione culturale
3 Giugno 2021

La pandemia ha lasciato un segno profondo sui giovani, costretti a fare i conti con l’esperienza del limite, con la prospettiva della morte e con un’esistenza costellata da maggiori incertezze e sospensioni. Questo il tema al centro della tavola rotonda social di venerdì 21 maggio, promossa dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile. Ad aprire l’incontro, il vicegerente della diocesi, l’arcivescovo Gianpiero Palmieri: «In tempo di Covid – ha sottolineato – la questione giovanile ci interpella come Chiesa e come società civile. È importante convertirci a quell’attenzione ai giovani a cui il Signore ci chiama».

Centrale l’intervento di Paola Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo, la quale ha presentato l’impatto che il Covid ha avuto sulle nuove generazioni. «La scuola continua a rappresentare una delle istituzioni verso cui i giovani nutrono il livello più alto di fiducia. Non si è spenta la voglia di investire sulla propria formazione culturale, anche se, per il 70% degli intervistati, il futuro si presenta pieno di rischi». Una sfiducia che rende più faticosa la transizione alla vita adulta: «Il 35% dei giovani tra i 18 e i 34 anni afferma di non vivere autonomamente perché non in grado di affrontare i costi di un’abitazione. I più in difficoltà sono i neet, che non studiano e non lavorano e per i quali l’Italia ha il record in Europa».

Bignardi ha poi messo in risalto altri due elementi: «Il primo è la percezione della disuguaglianza, il 42% dei giovani ha la percezione di essere in una condizione economica peggiore rispetto al 2019; l’altro riguarda le giovani donne, i cui indicatori parlano di un loro minore benessere e di un più accentuato disagio». Una situazione critica, che ha fatto emergere anche importanti interrogativi: «L’esperienza della morte in solitudine ha fortemente impressionato i giovani – ha riflettuto –, che si sono ripensati e hanno iniziato a interrogarsi sulla vita. Anche Dio è stato messo in gioco con delle domande che richiedono un accompagnamento». (Ma. Iac.)

Avvenire, Roma Sette, 30 maggio 2021