UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Le parole del Papa e la lezione di Gianmarco

Anche con un piccolo gesto ci si può preparare al Natale. Una riflessione di don Gesualdo Purziani, consulente ecclesiastico nazionale Fism
16 Dicembre 2020

Le foglie, nel giardino della scuola, in autunno si trasformano in un soffice tappeto marrone. Capita di dover mettere mano alla ramazza più volte, durante la settimana. E in un pomeriggio che più grigio non si può, ho pensato di dare una mano. Comincio il lavoretto e poco dopo sento avvicinarsi, con l’entusiasmo di chi sa che farà qualcosa di divertente ed utile alla comunità, Gianmarco, piccolo aspirante giardiniere. Non vede l’ora di darmi una mano, la scopa è decisamente più grande di lui, ma non si fa intimorire e mentre ce la mette tutta per fare la sua parte, parla in continuazione. Per dirmi, convinto, che le cose vanno fatte bene, che se è pulito tutti stanno meglio, che magari, con le foglie bagnate, qualcuno può anche scivolare e allora meglio spazzarle via subito. Tanto più che proprio in quello spazio, tra poco, troverà casa un bellissimo presepe, realizzato con l’aiuto di alcuni genitori. Ci siamo raccontati tante cose, soprattutto lui, fino a quando il richiamo della mamma ha interrotto il suo generoso darsi da fare.

Un piccolo episodio, simpatico ed imprevisto, che mi è ritornato alla mente quando ho preso in mano la recente enciclica del papa Fratelli tutti. Perché il 'piccolo lavoratore', spontaneamente, ha fatto sue le parole di chi, commentandole, l’ha descritta come 'un manifesto per i nostri tempi, con l’intento di far rinascere un’aspirazione mondiale alla fraternità'. Parole necessarie e che ci fa bene leggere. Per superare 'le ombre di un mondo chiuso' e conflittuale e 'rendere possibile lo sviluppo di una comunità mondiale che viva l’amicizia sociale'. Perché quello che stiamo attraversando con la pandemia 'non sia l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare'.

Ecco, il piccolo custode del nostro giardino lo ha compreso bene: si comincia anche da qui, da un cortile più pulito che, la mattina dopo, ha accolto ancora una volta quei germogli di umanità che donano speranza e fanno sorridere, anche in una uggiosa giornata d’autunno che ci prepara alla festa più luminosa. A quel Natale un po’ soffocato dalle nostre paure, ristretto nei movimenti e forse anche nella capacità di immaginare un tempo diverso. Come quel giardino, anche stamane coperto di foglie secche, ma che fra poco lascerà spazio al colore di fiori che non si arrendono. Proprio come Gianmarco.

Don Gesualdo Purziani

Avvenire, 15 dicembre 2020