UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Cei e Unicef, un protocollo a sostegno dei minori

Nel mirino povertà e ritardi educativi, pensando agli effetti economici e sociali della crisi sanitaria sulle fasce più fragili della popolazione
4 Luglio 2020

Non ci sono solo i 35mila morti e i quasi 500mila posti di lavoro persi, per ora, a rendere tragico il bilancio italiano della pandemia da coronavirus. La crescita della disoccupazione, unita alla chiusura delle scuole, nei prossimi mesi avranno conseguenze economiche, sociali ed educative pesantissime sulle fasce più fragili di popolazione minorile. Per questo la Cei e il Comitato Italiano per l’Unicef (l’Agenzia dell’Onu che si occupa dell’infanzia) hanno stretto un patto di collaborazione per unire le forze. In vista della prossima grande battaglia a tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Particolare attenzione sarà dedicata ai bambini disabili e rifugiati.

A sottoscrivere a Roma il Protocollo d’Intesa – che avrà la durata di tre anni – sono stati il segretario generale della Cei, il vescovo Stefano Russo e il presidente dell’Unicef Italia, Francesco Samengo. Passata l’emergenza sanitaria – concordano le Ong e gli esperti del settore – la pandemia amplierà le diseguaglianze sociali e i ritardi educativi. «Papa Francesco ha ricordato più volte che per educare un bambino ci vuole un villaggio: la Chiesa, nel suo essere comunità, guarda con responsabilità e sollecitudine alle giovani generazioni», spiega monsignor Russo. «Non può esserci cammino di sviluppo autentico – aggiunge il segretario della Cei – che lasci indietro bambini e adolescenti nella povertà, nell’abbandono, nel disagio, nella malattia. Ogni bambino ha il diritto di essere accompagnato nella crescita con tutto il sostegno possibile, anche e soprattutto dopo un’emergenza globale di questo tipo. Il Protocollo firmato con Unicef – spiega monsignor Russo – contribuisce a edificare un futuro di cura e sicurezza per i più piccoli, che ha le fondamenta nel terreno della prevenzione».

«Tutti i bambini hanno il diritto di sopravvivere, crescere e realizzare le proprie potenzialità per costruire un mondo più a misura di bambino», dichiara Samengo: «Sono certo che, grazie a questo Protocollo con la Cei, potremo compiere attività concrete per far fronte all’emergenza sanitaria – è l’opinione del presidente di Unicef Italia – e, soprattutto, per prevenire i suoi gravi effetti secondari sulle condizioni di vita di

tanti bambini e adolescenti, in particolare le conseguenze sulla crescita della povertà e delle disuguaglianze, avendo particolare attenzione ai più vulnerabili e invisibili». Molti e impegnativi gli obiettivi previsti dal Protocollo Unicef- Cei: innanzitutto sarà necessario individuare, promuovere e realizzare iniziative comuni di sostegno alle comunità in Italia, sia nell’ambito dell’emergenza sanitaria che dei suoi effetti secondari.

Quali? Tra gli altri, va segnalato l’aggravamento della condizione di povertà, con conseguente inasprimento delle disuguaglianze sociali, del rischio di abbandono scolastico o di carenze educative, ma anche del rischio di carenze nella tutela della salute e di violenze. Particolare attenzione andrà dedicata ai diritti e alle condizioni di vita delle bambine e dei bambini e degli adolescenti, compresi i minori con disabilità, quelli fuori dalle famiglie o bambini e adolescenti rifugiati, richiedenti asilo e migranti, accompagnati e non.

Altro obiettivo del Protocollo d’Intesa sarà individuare, sviluppare ed attuare iniziative comuni per la tutela dei minori in Italia e per il miglioramento delle loro condizioni di vita e la loro piena partecipazione anche dopo l’emergenza.

Iniziative e risorse, sia economiche che umane, andranno infine ad incentivare progetti comuni di prossimità, volti alla prevenzione, promozione e protezione dei minori residenti in Italia e delle loro famiglie in condizioni di disagio sociale, economico ed educativo.

Luca Liverani

Avvenire, 3 luglio 2020