La nona edizione di LoppianoLab, la due giorni annuale che si svolge al Polo Lionello Bonfanti nei pressi della cittadella di Loppiano in Toscana, dal titolo: «Dal sogno all’impegno. Educazione, partecipazione, lavoro a cinquant’anni dal ’68» si è conclusa con un invito chiaro a ripartire dal 'noi'. Il forum su economia, cultura, informazione e comunicazione che ha visto, quest’anno, oltre mille presenze, ha lanciato un chiaro invito emerso nel corso dell’ultima giornata dedicata all’educazione. «La scuola è in crisi perché vive in un mondo che è in crisi; viviamo in un momento storico frantumato. L’insegnante oggi è solo nell’appassionare e coinvolgere i ragazzi, distratti da altri valori» esordisce Eraldo Affinati che, guardando all’esperienza del focolare di Chiara Lubich, spiega: «Occorre un focolare come luogo fisico e spirituale dove ricomporre i frammenti; un focolare che significa un fuoco che scalda… per ricostruire i nessi, creare una passione nuova, cercare azioni illuminate dal pensiero».
In piena sintonia con Affinati, il pedagogista Michele De Beni, sottolinea la passione e il coraggio richiesti ad ogni insegnante. «È necessaria una pedagogia del cuore, dell’inclusione, dell’avvicinamento. In Occidente è ormai diffusa una epidemia della solitudine. L’insegnante deve entrare in dialogo e in relazione con ogni ragazzo, camminare con lui, al suo fianco; non giudicarlo, ma entrare nel suo pensiero, vedere la bellezza del suo poter diventare ». Altro attore fondamentale dell’impegno educativo sono le famiglie. «Il dialogo scuola-famiglia si è inceppato » riconosce Emma Ciccarelli, vice presidente del Forum Associazioni familiari. Perché? Lo Stato ha investito poco o nulla sulla famiglia, mentre questa, invece, «rappresenta un polo nevralgico e dal potenziale altissimo per il benessere della società». Per educarsi alla convivenza serve un reale cambiamento ed una presa di coscienza per affrontare la crisi di una società minacciata da violenza, razzismo, disimpegno e questione migranti.
È stato questo l’ultimo tema sviluppato nel corso del forum: in una società segnata dall’aggressività verbale e fisica e impaurita dal diverso, bisogna avere il tempo di mettersi in dialogo e in ascolto. Vero antidoto alla paura è il 'noi' come emerge negli interventi di Giuseppe Gatti, magistrato della DDA di Bari, Angelo Moretti, direttore generale consorzio Sale della terra Benevento, e Carlo Cefaloni, giornalista di Città Nuova. È il 'noi' come comunità coesa contro l’illegalità infatti che sconfigge le mafie, come racconta il magistrato; è il 'noi' di una comunità accogliente che crea inclusione vera, come ha sottolineato Moretti.
Antonio Degl’Innocenti
Avvenire, 2 ottobre 2018