Mentre scrivo questo messaggio sono iniziati da pochi giorni a Rio de Janeiro i giochi olimpici. Ammiriamo tanti atleti (noi ovviamente tifiamo per gli Azzurri) che gareggiano per giungere a ricevere il premio. È bello, è entusiasmante, è coinvolgente. Ma forse non pensiamo a sufficienza che per giungere a certi traguardi gli atleti si sottopongono quotidianamente a sacrifici enormi: ritmi estenuanti di allenamento, osservanza ferrea di una disciplina fisica e morale, e così via…
Tutto questo però non appare quando sul video ammiriamo, per esempio, il ciclista che sfreccia sulla pista o sulla strada per tagliare il traguardo o il nuotatore che a larghe bracciate cerca di toccare per primo il punto finale della vasca, o il lanciatore del peso che brama di lanciare la sfera più lontano degli altri, o il ginnasta che salta più alto possibile con l’intento di sfiorare, senza toccarla, l’asticella.
La fatica, lo sforzo, la costanza, la perseveranza ci sono tutte, ci sono state e sono condizione indispensabile per giungere al successo. L’immagine degli atleti impegnati nelle diverse discipline sportive ci aiuta ad affrontare il gravoso impegno scolastico. Lo studio assomiglia infatti a una disciplina sportiva: esige impegno, costanza e applicazione della mente e del corpo, quotidiana. Alla fine arriva il premio.
La Bibbia stessa non ha paura di farvi riferimento. In essa, infatti, troviamo la corsa libera, il gioco della palla, il tiro al bersaglio, il sollevamento pesi, il lancio del disco e il gioco dei dadi, la corsa allo stadio e il pugilato. La frequenza alle lezioni scolastiche e lo studio individuale sono come una palestra, una palestra di vita.
Tutti noi adulti ricordiamo con piacere gli anni trascorsi sui banchi. Hanno segnato e, in parte, condizionato il nostro futuro. Anche per gli insegnanti l’immagine sportiva è azzeccata. I docenti infatti non sono adeguatamente assimilati alla figura e al ruolo del coach sportivo chiamato a tirar fuori dall’atleta tutte le risorse necessarie per giungere al premio?
Inizia un nuovo anno scolastico. Mentre saluto tutte le componenti della scuola, auguro un buon lavoro a tutti. Un pensiero speciale vorrei rivolgere alle famiglie che, in collaborazione con la scuola e coinvolte nel percorso scolastico dei figli, sentono l’urgenza di aiutarli per una crescita armonica e completa della mente e del cuore.
Mi permetto di sottolineare (ma lo farò anche nel mese di gennaio, al momento delle iscrizioni), che nell’ordinamento scolastico italiano è contemplato l’insegnamento della religione cattolica. Si tratta di un insegnamento vero e proprio poiché la religione cattolica ha in Italia, ma non solo, una valenza culturale imprescindibile. Pertanto incoraggio i genitori e gli alunni ad avvalersi di tale insegnamento e ad aderirvi con convinzione pensando di cogliere una bella opportunità per una conoscenza adeguata e un approfondimento serio della dimensione religiosa.
Ai dirigenti scolastici e colleghi docenti, al personale non docente della scuola, ai genitori il mio saluto e il mio augurio di un proficuo lavoro per il bene dei nostri ragazzi. Invoco, specialmente sugli alunni, la protezione e l’intercessione di san Giuseppe da Copertino, patrono degli studenti.
Douglas Regattieri
vescovo