“Quanti bambini soffrono di mancanza di istruzione. È una condizione di grande ingiustizia che intacca la dignità stessa della persona. Senza istruzione poi si diventa facilmente preda dello sfruttamento e di varie forme di disagio sociale. La Chiesa, nel corso dei secoli, ha sentito l’esigenza di impegnarsi nell’ambito dell’istruzione perché la sua missione di evangelizzazione comporta l’impegno di restituire dignità ai più poveri”.
Con queste parole Papa Francesco si rivolgeva ai fedeli durante l’udienza generale dello scorso 23 novembre 2016. Fedele a quest’orizzonte mondiale che sfida e interpella il cuore di una Chiesa che vuole essere lievito di un cambiamento che parta innanzitutto dal cuore delle nuove generazioni, il Servizio nazionale della CEI per gli interventi caritativi in favore dei Paesi del Terzo Mondo continua a dedicare estrema attenzione a progetti di carattere scolastico, formativo e universitario che giungono da tutti i Paesi poveri.
Ne sono testimonianza alcuni progetti approvati durante l’ultimo comitato del 28 ottobre 2016 che hanno coinvolto in particolare Asia, Africa e Medio Oriente. Si segnala in primo luogo l’iniziativa nel Nord di Kerala in India (progetto 413/2016), per la costruzione di un grande edificio in grado di ospitare 1.634 studenti universitari ipoudenti e per l’acquisto di 24 lavagne intelligenti. A fronte di un investimento di 332.462 euro sarà così possibile attivare tre corsi in economia, informatica e belle arti. Un sostegno per la disabilità che può trasformarsi in un’occasione d’inserimento sociale e di acquisizione di conoscenze in grado d’incrementare l’autonomia di singoli altrimenti destinati all’esclusione.
Non meno significativo il contributo erogato per il restauro completo e il recupero del complesso scolastico di “Saint Joseph” a Baghdad (progetto 943/2016). Una struttura totalmente danneggiata dagli eventi bellici che potrà tornare ad accogliere ben 480 studenti dalle elementari alle superiori. Un intervento che è un chiaro segnale di vita e di speranza per un futuro che si presenta incerto e complesso, ma che non può e deve prescindere dalla presenza dei cristiani in questa regione. Al contempo, accogliendo anche alunni di religione musulmana in modo da essere testimonianza inequivocabile di apertura e di dialogo anche in un contesto di grandi difficoltà e contrapposizioni.
D’impronta nuovamente accademica è invece l’iniziativa sostenuta in Tanzania, e precisamente a Iringa, con l’università di Ruaha (progetto 339/2016): la realizzazione di un blocco scientifico, laboratori di studio e ricerca, aule, uffici per i docenti e un centro di salute per la clinica universitaria dove svolgere il tirocinio da parte degli studenti. Un’opportunità per dotarsi delle infrastrutture necessarie, per garantire una piena offerta formativa e aiutare uno stato che sta cercando d’investire soprattutto in istituzioni fondamentali per lo sviluppo della popolazione più giovane alzandone il livello professionale. Unica strada per un’emancipazione da condizioni di vita spesso precarie e con una prospettiva di vita alla nascita di 60 anni per gli uomini e di 62 per le donne.
Ultimo esempio, ma non meno importante, la scuola primaria “Santi Pietro e Paolo” a Jimma Bonga (progetto 497/2015), in Etiopia. Qui la realizzazione di ulteriori aule, di un laboratorio di scienze e di una biblioteca ha consentito uno sviluppo cognitivo, psicosociale e spirituale per tutti i bambini dell’area di riferimento, soprattutto per i più marginalizzati; con la speranza che spazi educativi adeguati e dignitosi contribuiscano a una formazione integrale come uomini e cittadini.
Francesco Lalli
Per approfondire l’attività del Servizio Nazionale degli Interventi Caritativi a Favore dei Paesi del Terzo Mondo consultare il sito: www.sictm.chiesacattolica.it