Superata la prima metà del decennio pastorale 2010-20 dobbiamo interrogarci sul modo in cui abbiamo risposto all’invito dei vescovi, i quali, all’inizio del decennio, avevano chiesto a tutta la Chiesa italiana di mettere l’educazione al centro della propria attenzione.
Famiglia, scuola, parrocchia sono i tre “luoghi affidabili” indicati dal documento Educare alla vita buona del vangelo, chiamati a rinnovare in modo intelligente e generoso il loro impegno educativo, luoghi nei quali i nostri ragazzi possano fare esperienza di adulti significativi, portatori di quella “speranza affidabile” che indica il cammino e aiuta a crescere.
Un modo per prendere consapevolezza del proprio ruolo e chiedere la forza di essergli fedele sarà, a Palermo, l’attraversamento della porta santa del Giubileo della Misericordia.
Su richiesta di alcuni docenti, l’Ufficio di Pastorale della Educazione, Scuola e Università della diocesi di Palermo ha chiesto all’arcivescovo don Corrado Lorefice (così vuole essere chiamato, senza titoli!) di poter celebrare un giubileo degli insegnanti e del personale ATA.
Sarà un momento di richiesta di perdono per le proprie omissioni, legate all’oblio della propria missione, e di riconquista di quell’entusiasmo educativo a volte messo alla prova dal difficile compito dell’educare; nella consapevolezza che lo Spirito Santo è il primo educatore ed è sempre all’opera.
L’insegnante deve sempre far memoria del fatto di avere a che fare con persone, che attendono anche da lui l’indicazione di quei valori che rendono piena la vita:
“Chi educa è sollecito verso una persona concreta, se ne fa carico con amore e premura costante, perché sboccino, nella libertà, tutte le sue potenzialità.
Educare comporta la preoccupazione che siano formate in ciascuno l’intelligenza, la volontà e la capacità di amare, perché ogni individuo abbia il coraggio di decisioni definitive” (Educare alla vita buona del Vangelo, Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020).
Il Giubileo sarà anche un momento di rilancio delle istituzioni formative, perché la scuola e l’università siano messe al centro degli interessi della Chiesa locale.
Abbiamo voluto includere anche il personale tecnico amministrativo, perché da esso dipende che scuola e università siano ambienti funzionali e che la burocrazia sia a servizio della missione educativa e formativa della scuola e dell’università.
In questo momento liturgico e di riflessione insieme al nostro vescovo vogliamo anche sottolineare il ruolo della scuola cattolica, perché la comunità diocesana comprenda l’importanza della sua presenza nel territorio e perché la scuola cattolica non venga meno alla propria missione di testimonianza di un modello educativo centrato sulla persona.
Vorremmo che nella chiesa locale e nel territorio palermitano ogni educatore o potesse dire, come papa Francesco, “amo la scuola!”.
Questo riguarda anche le famiglie, oltre che naturalmente, gli studenti. Ma, abbiamo voluto, in primo luogo rivolgerci agli operatori della scuola e dell’università, perché comprendano che è atto di misericordia aiutare bambini, ragazzi, adolescenti, giovani a raggiungere quella pienezza di umanità, fatta di verità, amore, giustizia, bellezza, bene, che il Vangelo di Gesù Cristo annuncia e alla quale chiama ogni uomo.
Alfio Briguglia
Direttore diocesano di Pastorale della scuola