UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Un sussidio per umanizzare la cultura

Don Fabio Landi (Milano): la Chiesa avverte il valore nevralgico dell’educazione e della scuola, un ambito che non è riservato agli addetti ai lavori
24 Settembre 2020

In occasione dell’uscita del Sussidio “Educare, infinito presente”, elaborato dalla Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università a conclusione del decennio sull’educare alla vita buona del Vangelo, abbiamo rivolto alcune domande a don Fabio Landi, responsabile del Servizio per la pastorale scolastica della Diocesi di Milano.

In base alla sua esperienza, quali attenzioni o aspetti manifestano al meglio l’amore e l’impegno della Chiesa per la scuola? C’è un’esperienza o un’iniziativa in particolare che vuole segnalare?

La nostra Chiesa ambrosiana accompagna da sempre il mondo dell’educazione e ha una lunga tradizione di impegno nella realtà scolastica, basti pensare al fatto che in Diocesi sono presenti oltre mille scuole paritarie cattoliche o di ispirazione cristiana e che solo le scuole parrocchiali, prevalentemente dedicate all’infanzia, sono quasi duecentocinquanta. Oggi, più ancora rispetto al passato, è vitale che queste realtà non procedano isolate ma si coordinino tra loro, condividendo risorse ed esperienze. Negli scorsi decenni l’attenzione alla crescita umana e culturale dei più giovani ha anche dato vita a una costellazione di iniziative di sostegno nel contesto educativo degli oratori che sono diventate negli anni un punto di riferimento davvero importante per molte ragioni: la competenza degli operatori, l’alleanza stretta con le scuole, l’ascolto e la conoscenza profonda dei contesti famigliari, l’attenzione allargata alla persona degli alunni. I doposcuola, in particolare, stanno diventando uno strumento pastorale strategico per la capacità inclusiva, il dialogo tra le generazioni, la responsabilizzazione dei ragazzi più grandi nei confronti dei più piccoli.

Quali sono le sfide e i temi più rilevanti per la scuola di oggi a cui anche la Chiesa può dare un contributo?

Purtroppo la scuola fatica a intercettare le questioni di senso che accompagnano la crescita degli alunni oppure lo fa attraverso progetti o proposte che si collocano a latere rispetto ai contenuti culturali che le sono propri; è un vero peccato. Proprio ciò che si insegna a scuola potrebbe e dovrebbe fornire ai ragazzi un bagaglio straordinario per affrontare il proprio viaggio esistenziale. Se la scuola viene avvertita come sterile e noiosa o, al massimo, come luogo in cui acquisire le competenze necessarie a inserirsi nel mondo del lavoro, tradisce una parte decisiva della propria vocazione. La Chiesa potrebbe dare un contributo straordinario nel favorire il diffondersi di una sensibilità che riguadagni il valore umanizzante della cultura, aiutando ciascuno a plasmare la coscienza, a decifrare un’emozione o a orientare una scelta. I ragazzi, del resto, sanno riconoscere ciò che tocca la verità della vita e sono avidi di risposte!

Come pensa che il sussidio possa aiutare le comunità cristiane a rafforzare il rapporto tra le realtà ecclesiali e le scuole?

Ho apprezzato particolarmente il richiamo a una pastorale integrata. Mi sembra urgente che la comunità cristiana nell’insieme avverta il ruolo nevralgico della scuola e dell’educazione: non può più essere un interesse di settore, solo per addetti ai lavori. In particolare il sussidio insiste su un’attenzione vocazionale costante, non estemporanea, che a livello ecclesiale è sempre più al centro della riflessione sull’educazione e che, d’altra parte, difficilmente può essere pensata a prescindere dal confronto concreto con quanto i ragazzi vivono a scuola.