UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Fare rete nel contrasto alla povertà educativa

Il vescovo ausiliare di Roma Ambarus: tante parrocchie e realtà religiose offrono un sostegno allo studio. Alcune esperienze
7 Maggio 2023

Condividere buone prassi per fare rete e incentivare il contrasto alla povertà educativa. Questo lo scopo del convegno che ha avuto luogo ieri mattina nella Sala Tiberiade del Seminario Maggiore. «Spesso si sente parlare della povertà educativa e culturale come se fosse un problema senza soluzione – spiega il vescovo ausiliare Benoni Ambarus, promotore dell’iniziativa e delegato diocesano per la diaconia della carità –, mentre abbiamo visto come qualcosa si può fare e si fa. Tante sono le parrocchie e le realtà religiose della nostra diocesi – circa 40 che offrono un sostegno a bambini e ragazzi con attività di assistenza pomeridiana allo studio». Il vescovo sottolinea come questo servizio «aiuta chi è straniero e non trova in famiglia un sostegno culturale né ha disponibilità economiche per le ripetizioni» e che si tratta di «uno strumento che accelera l’integrazione».

Ambarus auspica quindi che dall’ascolto reciproco delle diverse realtà «nascano delle sinergie che vadano a contaminare positivamente altre parrocchie», sfruttando anche il contatto con le scuole; al convegno erano infatti presenti pure alcuni insegnanti di religione cattolica, grazie al coinvolgimento nel progetto dell’Ufficio scuola diocesano. Il contatto con le scuole risulta essere un punto di forza per l’Associazione “Amici di Simona” che da 20 anni cura con 35 volontari le attività di doposcuola nella parrocchia San Pio X alla Balduina. «C’è una bella sinergia con gli insegnanti del territorio – dice la presidente e coordinatrice Regina Fortunato –: è importante per fare fronte alle necessità di bambini e ragazzi che il più delle volte non conoscono proprio la lingua e vengono collocati nelle classi, al loro arrivo in Italia, secondo l’età», che non coincide necessariamente con il livello di preparazione raggiunta nel loro Paese. Da qui le attività di recupero offerte da ex-insegnanti e professionisti della parrocchia «ogni lunedì, giovedì e venerdì dalle 16.30 alle 18.30», aggiunge.

Aperta a tutti la proposta educativa promossa dall’ong Elis, impegnata nella formazione professionale e nella promozione sociale dei minori, negli ambienti della parrocchia di San Giovanni Battista in Collatino. «Dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 18, accogliamo 94 iscritti al progetto di doposcuola – spiega il coordinatore Marco Castrovillari –. Tra loro ci sono anche giovani musulmani, protestanti e pure una rifugiata politica eritrea». Sono prevalentemente stranieri anche i bambini e i ragazzi che il martedì e il giovedì pomeriggio trovano assistenza allo studio nella parrocchia di San Carlo da Sezze, nel Centro giovanile “Io me la cavo”, attivo dal 2010. «La conoscenza della lingua, cui ci dedichiamo dal 1998 con la scuola di italiano per stranieri “Effathà”, non basta – mette in luce il coordinatore Paolo Conte –: serve un supporto culturale più ampio». Appare cioè «riduttivo definire le attività di sostegno allo studio “doposcuola” o “aiuto ai compiti”» perché «le famiglie ci chiedono un supporto sempre più forte nei rapporti con le istituzioni, non solo scolastiche – spiega ancora –. Si va dall’aiuto alla stessa iscrizione alla consulenza sulle scelte del percorso scolastico e per questo abbiamo organizzato incontri dedicati ai ragazzi di terza media in vista della scelta delle superiori».

Michela Altoviti

Roma Sette, 7 maggio 2023

(foto DiocesiDiRoma/Gennari)