UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Napoli, Rita e gli invisibili serviti dai ragazzi

Gli studenti delle scuole in prima linea con i senza dimora. L’arcivescovo Battaglia al presepe vivente: «Questa è pace»
21 Dicembre 2022

San Giuseppe è accompagnato da una bellissima Madonna nera che si staglia sullo sfondo del duomo di Napoli. 80 figuranti con costumi d’epoca, in abiti che riprendono quadri di pittori di fama internazionale: Napoli ha inaugurato, ieri, il presepe vivente, organizzato dagli studenti dell’istituto statale superiore Isabella D’Este–Caracciolo per i senza dimora. Seduti in prima fila, in cattedrale «i nostri amici – dice l’arcivescovo don Mimmo Battaglia – grazie ai ragazzi, stanno vivendo un momento di pace». E il presepe diventa anche il senso vero del Natale: fatto di accoglienza e integrazione, con la Natività ispirata alle opere di Gentile da Fabriano con gli abiti di Ferdinando d’Aragona, re di Napoli, e sua moglie.

«Alzate gli occhi al cielo – raccomanda Battaglia – nella storia di ognuno c’è una stella che ti guida nella tua storia ed è grazie a quella stella che Dio ti lancia un messaggio. Credete nella forza della vita e non rinunciateci mai, amate e guardate la vostra stella». Poi gli studenti si sono spostati presso la mensa vincenziana del centro storico per servire il pranzo da loro preparato per quaranta ospiti. La mensa “Don Raffaele Criscuolo” (intitolata ad un sacerdote scomparso) è stata fondata nel 1978 a Porta Capuana ed oltre a soddisfare il bisogno primario dell’alimentazione, è anche luogo di ascolto e di conoscenza dell’altro; di recente, ha trovato una nuova sede nei pressi della curia. «Oggi è la nostra occasione – spiega Titta Esposito, 18 anni, studentessa e aspirante chef – e siamo fieri ed emozionati di poter regalare un sorriso a chi non ha occasione di averne». I ragazzi hanno preparato un menu vegetariano: pasta e patate, polpette vegetariane e dolci natalizi. «Molte volte si serve a tavola solo per pulirsi la coscienza – spiega Giuseppe Maienza, referente della struttura- vi raccomando di utilizzare questo tempo per fare un incontro e per cambiare la giornata a qualcuno».

Tra i senza dimora anche Rita a cui l’arcivescovo nella giornata dei poveri ha dedicato una lettera chiedendole di pregare «per tutta la Chiesa di Napoli affinché il Signore ridesti in noi la profezia del Vangelo, ci liberi dall’ambiguità di una solidarietà praticata solo sotto ai riflettori, ci insegni ad andare controcorrente e a opporci a viso aperto a ogni potere non quando si tratta di difendere i nostri diritti, seppur legittimi, ma solo quando si tratta di difendere te e tutti gli ultimi della nostra città». Rita – come racconta don Vittorio Sommella, il parroco del duomo - è tra i senza dimora che sta sui gradini della cattedrale e «per cui continuerà la collaborazione con gli studenti per intercettare i bisogni e le povertà». 22 le mense in città per un totale di 5000 pasti al giorno, oltre ai cestini da asporto preparati quotidianamente. «Serve una rete per poter intervenire in maniera sempre più efficace», è convinto il parroco Intanto dalle scuole la collaborazione a «prendersi cura», dice la dirigente Giovanna Scala «per instillare una nuova humanitas che parta dalla scuola e dal nostro impianto educativo e formativo».

Rosanna Borzillo

Avvenire, 21 dicembre 2022