UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

A Padova Chiesa e Università in (libero) dialogo

Nell’anniversario degli 800 anni dell’ateneo patavino, il vescovo Claudio Cipolla ha incontrato la rettrice Daniela Mapelli
20 Giugno 2022

Storico è l’aggettivo più usato per descrivere l’incontro che giovedì 16 giugno a Padova, ha visto dialogare il vescovo Claudio Cipolla, e la rettrice dell’Università Daniela Mapelli. Oltre due ore di confronto, in un clima amichevole e collaborativo, che hanno rappresentato il cuore di “Liberamente”, il calendario d’iniziative che la diocesi ha messo in campo per celebrare gli 800 anni dell’Ateneo. Storico per almeno tre motivi. Anzitutto, secondo i documenti ufficiali, l’ultimo appuntamento pubblico tra i rappresentati di due delle massime istituzioni cittadine risaliva al 1922, al tempo di monsignor Luigi Pellizzo e del rettore Luigi Lucatello, quando si ricordarono i 700 anni dell’università. Mai prima di ieri, in secondo luogo, a dialogare con il vescovo era stata una donna: l’elezione di Daniela Mapelli, docente di psicologia, lombarda come monsignor Cipolla, rappresenta il segno dei tempi. Infine, l’incontro scandito dalle domande degli studenti che frequentano il Centro universitario, per la prima volta ha superato il format basato su discorsi ufficiali e scambi di omaggi.

Cipolla e Mapelli non hanno esitato a svelarsi, attingendo dalla loro biografia per raccontare come sono arrivati alla loro vita di oggi sottolineando molte assonanze, come l’influsso dei contesti giovanili più che di grandi personalità e la comune esperienza nello scautismo. La domanda più sorprendente è stata la seconda, un semplice “sei felice?” che ha fatto emergere il vissuto di madre di Mapelli e “l’insoddisfazione” del vescovo: «Essendo nati in questo tempo e in questa parte del mondo non possiamo non dirci felici. Ma in ogni circostanza cerco sempre quello che manca, quale passo ulteriore di crescita si può osare. Provo ancora, alla mia età, una certa inquietudine».

Sul piano istituzionale sono emersi i solidi legami instaurati tra Chiesa e università, fin dal 1222, quando il vescovo Giordano accolse studenti e professori fuggiti da Bologna, giunti a Padova dove fondarono lo studio cittadino. Le sfide oggi sono complesse e riguardano i 70 mila iscritti: nei mesi scorsi l’accoglienza è stata problematica (causa Covid e bonus 110%).

«Che cosa possiamo fare oggi noi per loro? – si è chiesto il vescovo –. In parte li accogliamo nei nostri collegi, ma non riusciamo a essere attrattivi nella nostra rete capillare di comunità. Non credo sia perché siamo esigenti, semmai insignificanti. Su questo dovremo fare un esame di coscienza come Chiesa».

Luca Bortoli

Avvenire, 19 giugno 2022

(foto da Facebook)