UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Piano per abitare le periferie, coinvolte 443 scuole

Un’idea-progetto nata all’interno del Sinodo diocesano di Napoli e che vede l’adesione di oltre cento organizzazioni
16 Maggio 2022

È la prima realizzazione concreta del 'Patto educativo per Napoli', lanciato dall’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, il 20 dicembre scorso in duomo, a cui hanno aderito 110 organizzazioni (dalla Regione al Comune, dagli istituti scolastici al mondo del Terzo settore), per creare un percorso «condiviso, capace di creare rete tra istituzioni, Chiesa, associazionismo, affinché i bambini, i ragazzi e i giovani di Napoli possano essere rimessi al centro delle politiche educative». Ieri, a Nisida, la firma del protocollo d’intesa contro la dispersione scolastica e di contrasto alla povertà educativa. I dati impietosi per la Campania: nel 2021, rivela l’Istat, il 16,4% degli studenti ha lasciato la scuola prima del conseguimento del diploma quinquennale del secondo ciclo di istruzione o della qualifica professionale triennale.

I dati Invalsi del 2021 tracciano percentuali di fragilità sconfortanti nell’area metropolitana di Napoli: 5,2% nella scuola primaria (media nazionale 2,6%), 30,4% nella scuola secondaria di primo grado (media nazionale 16,6%), 20,3% nella scuola secondaria di secondo grado (media nazionale 9,8%). Battaglia lo aveva chiesto a dicembre: un’agenzia per lo sviluppo delle pratiche educative inclusive, con la costruzione di un sistema digitale per monitorare la dispersione scolastica in tempo reale. Intanto il primo frutto di ieri sono gli 80 milioni che saranno destinati alle scuole della Campania. Più di 40 per le scuole dell’intera area metropolitana e quasi 15 per le sole scuole di Napoli. In Campania il progetto riguarda 443 scuole, di cui 217 nell’area metropolitana di Napoli.

A dare voce al grido di tanti giovani, che abitano in particolare le periferie della città, l’arcivescovo, sin dai primi passi del suo mandato a Napoli, che ha trovato la piena collaborazione della diocesi di Pozzuoli, con il vescovo Gennaro Pascarella e don Gennaro Pagano, cappellano di Nisida, proprio per dar vita ad un cammino che rimettesse al centro la cura educativa. «Un patto – scriveva ad ottobre, all’indomani di numerosi episodi di violenza – che abiti ogni strada, senza escludere nessuno, mettendo insieme esperienze, ruoli, linguaggi e passioni differenti per dare vita ad un alfabeto comune dell’educare». Così nasce l’idea-progetto, che si è modulata nel XXXI Sinodo, in cui la Chiesa locale è impegnata da aprile scorso, scegliendo le periferie: ogni assemblea si incarna nei territori, da quello dell’ex Whirpool ad Afragola da Ponticelli a Scampia.

A partire dal 20 dicembre, sono stati sollecitati e sostenuti in ogni municipalità e comune della diocesi i patti educativi, per tenere insieme formazione, cultura, e creare percorsi inclusivi e offrire una nuova opportunità di vita per i ragazzi e i giovani, offrendo proposte di crescita umana e professionale. A gennaio, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, firma il patto per la sicurezza: un segnale forte per Napoli.

Battaglia chiede di mappare le povertà e più presenza della scuola con attività extracurriculari, in modo da intervenire tempestivamente nelle situazioni di disagio, oltre a un coinvolgimento delle famiglie per «fare in modo che 'il 'sistema' di cura sia capace di contrastare a livello preventivo 'o sistema' della camorra».

Rosanna Borzillo

Avvenire, 14 maggio 2022