UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola, i giovani romani e la sinodalità

Rosario Salamone, direttore dell’Ufficio scuola diocesano: ascoltiamo una realtà strategica per la società contemporanea
11 Aprile 2022

La scuola è «un punto strategico sia sul piano economico che su quello politico così come quello spirituale della società contemporanea», per questo è importante mettersi in ascolto «di questo mondo nel quale si producono e dal quale emergono riflessioni significative» che, nell’idea del cammino sinodale, «hanno il loro punto più alto nell’essere uno stimolo al pensiero e alle grandi questioni». Ne è convinto Rosario Salamone, direttore dell’Ufficio Scuola della diocesi, che sottolinea come «se abbandoniamo Cristo e le domande di senso, non viviamo la modalità sinodale», un atteggiamento non solo «da discutere ma in primo luogo da vivere».

Ecco allora l’intento di «impegnarsi come docenti a testimoniare la sinodalità, vivendo questo stile di comunione» – perché «la cattolicità è davvero l’idea vincente» – anche «attuando una autentica modalità dialogica». Antonella Lombardi, docente di religione cattolica al liceo classico e linguistico Aristofane e membro dell’équipe sinodale diocesana, spiega come in concreto «si è scelto di sottoporre ai giovani della scuola secondaria superiore dai 14 ai 19 anni due domande: “Cosa diresti a Dio?” e “Cosa diresti alla Chiesa?”», rivolgendosi a tutti gli alunni «perché i giovani oggi non li ascolta nessuno», e quindi a maggior ragione anche a coloro che «non hanno un’appartenenza ecclesiale o sono atei o appartengono ad altri tradizioni religiose». La docente spiega come «i ragazzi sono stati molto felici ed emozionati all’idea che ci siano dei vescovi che li vogliono ascoltare», e da parte loro «hanno affrontato questa attività in maniera molto seria, stupiti di questo interessamento». Proprio per questo Lombardi auspica che «questa serietà non vada vanificata» ma è invece «da valorizzare».

Dello stesso parere Sergio Ventura, anche lui membro dell’équipe diocesana sinodale e insegnante di religione cattolica al liceo classico Tasso. «Questo spazio di ascolto è qualcosa che noi adulti dobbiamo valorizzare – dice –. I ragazzi stessi mi hanno detto che sperano non sia un po’ un buco nell’acqua come tre anni fa», quando attività simili si sono portate avanti nelle scuole in occasione del Sinodo dei vescovi sui giovani. «Stavolta – aggiunge Ventura – sarà necessario dare dei riscontri ai ragazzi, che hanno chiara questa dimensione del dialogo che la Chiesa vuole vivere e che propone soprattutto alla luce del magistero di Papa Francesco, molto amato dai più giovani». Il professore illustra come abbia affrontato le due domande pensate per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado: «Con alcuni alunni le ho sottoposte direttamente – spiega –, con altri il loro pensiero è emerso indirettamente, cioè nel corso di particolari lezioni come quelle dedicate alla preghiera o quelle volte a considerare le figure lasciate ai margini dalla Bibbia, come ad esempio quelle femminili».

Il tema dell’ascolto del mondo delle scuole alla luce del Sinodo interessa anche quelle cattoliche, che nella diocesi «sono 414, con un numero totale di quasi 40mila alunni e più di un migliaio di insegnanti che vi afferiscono», dice don Giuseppe Castelli, vicedirettore dell’Ufficio scuola del Vicariato e incaricato per la Scuola cattolica. Si tratta di una realtà che, «comprensiva anche delle famiglie degli alunni, costituisce quasi una città nella città», e rispetto alla quale, «nel mio lavoro di accompagnamento in questi ultimi tre anni, emerge la mancanza di un senso di appartenenza alla Chiesa, alla famiglia della diocesi di Roma». La cornice sinodale, allora, «si sta rivelando una grande opportunità per avvicinarci a questa porzione del popolo di Dio – continua Castelli –, in particolare, in questa prima fase dedicata all’ascolto, con dei tavoli di confronto cui hanno preso parte, nel mese scorso, due referenti per istituto, divisi nei cinque Settori», con lo scopo di favorire in primo luogo «il dialogo tra le scuole stesse».

Castelli sottolinea come «abbiamo senza dubbio intercettato un bisogno, quello di fermarsi e parlarsi, per poi fare rete», perché «in molti hanno espresso il desiderio di continuare a confrontarsi sulle questioni che più hanno a cuore». Anche Chiara Caporilli, vicepreside della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Anna Micheli e membro dell’équipe sinodale, rileva «l’avvio di un processo proficuo» e come le voci emerse da questi incontri «ci dicono del grande conforto derivante dal sapere che la diocesi si è posta in ascolto delle scuole» e, ancora, «del bisogno di un ascolto reciproco e di fare rete oltre che di avere strumenti e occasioni di formazione».

Michela Altoviti

Roma Sette, 10 aprile 2022