UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Nembrini: «La vita una promessa di bene»

Roma, avviato il percorso quaresimale su “I Promessi Sposi”. De Donatis: «Dio ha ben presente la vita di tutti i figli nel suo amore»
14 Marzo 2022

Un classico della letteratura che «ha in sé molte analogie con il tempo che stiamo vivendo oggi», quando «oltre alla pandemia, che richiama la peste, adesso c’è anche la guerra a far assomigliare il nostro momento storico al Seicento di Manzoni». Così Franco Nembrini, insegnante e saggista, ha descritto I Promessi Sposi, il celebre romanzo storico scelto come guida per il percorso di Quaresima proposto dalla diocesi di Roma e intitolato “Che c’è d’allegro in questo maledetto paese? I Promessi Sposi, romanzo della misericordia”.

Anche don Fabio Rosini, direttore del Servizio diocesano per le vocazioni, nel suo saluto iniziale – che ha avviato mercoledì sera, nella basilica di San Giovanni in Laterano, il primo dei cinque appuntamenti –, ha augurato che «possa essere un viaggio per questo tempo speciale, dentro un libro che è il più adatto in tempi di pandemia». Nembrini ha voluto chiarire la scelta del titolo di questo itinerario di approfondimento, «provocatorio e non scontato, estrapolato da una citazione della conversione dell’Innominato, che può parlare non solo a chi crede ma a chiunque sia confuso e smarrito, specialmente ai giovani». Proprio in questo periodo in cui «abbiamo sentiamo la vita con sgomento e paura – ha detto – ci chiediamo chi potrà davvero vincere il male»; ecco allora l’importanza di ricordare che «siamo fatti per il bene e per la gioia, per una vita lieta e buona» perché «la vita è una promessa di bene ed è la ragione per cui l’uomo si aggrappa alle cose, cresce e matura, cercando sempre una verità e una pace».

Quindi Nembrini, prendendo in esame proprio l’aggettivo “promessi” che caratterizza il titolo del romanzo manzoniano, e l’idea che davvero «la vita è una promessa di unità e di pace, come è unione autentica quella del matrimonio», ha rimandato alle «due preghiere fondamentali che la Chiesa ci affida per la preghiera delle lodi del mattino e del vespro della sera, il Benedictus e il Magnificat», notando come «ci dicono che cosa c’è di bello in questo mondo: una vittoria del bene sul male, riconoscibile sia nella storia sociale sia nella storia di ognuno», e questo unicamente «mediante la misericordia del Padre». Allora, nei Promessi Sposi, «il male che constatiamo – ha proseguito Nembrini – è il matrimonio impedito, che è un po’ come la selva oscura di Dante, ma poi esercitando la libertà per l’uomo c’è la scoperta che Dio mantiene la sua promessa di bene nella storia di tutti i giorni», perché «in Manzoni vediamo che la misericordia è entrata nella storia, cioè può essere incontrata da tutti, nel quotidiano». Perché «Dio stesso è misericordia, non la esercita», ha sottolineato ancora Nembrini.

Succede a fra Cristoforo ed è successo a don Massimo, un sacerdote che ha portato la sua commovente testimonianza durante la serata. Ha raccontato del suo rapporto difficile con il padre violento, da lui stesso denunciato ai Carabinieri. «Ho vissuto un calvario ordinario – ha detto – e non ricordo un solo giorno felice in famiglia». Ma è poi riuscito a perdonare il genitore ormai anziano e malato, quando «Qualcuno mi ha accarezzato e io ho saputo provare per mio padre solo compassione». Ed ecco che «il desiderio di vendetta ha ceduto il passo alla pietà, che è la manifestazione più alta della misericordia».

Affidate al cardinale vicario Angelo De Donatis le conclusioni. Il porporato ha fatto riferimento al salmo 25 e ai versetti che «esprimono una supplica a Dio da parte del salmista in uno stato di angoscia, come un appello alla misericordia del Signore», ma «Dio non ha bisogno che gli venga ricordato, Dio ha ben presente la vita di tutti i suoi figli nel suo amore fatto di tenerezza, come quello di una madre». Spiegando quindi che in «Dio c’è un grembo materno», De Donatis ha osservato come «attraverso il perdono Dio ci rigenera, fa nascere in noi una vita nuova». Il secondo dei cinque incontri è in programma per mercoledì 16 marzo, alle 19 in cattedrale, ma sarà possibile seguirlo anche in diretta tv su Telepace e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi. Nembrini tratterà del percorso di Lucia.

Michela Altoviti

Roma Sette, 13 marzo 2022

(foto Gennari)