UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scienza e comunità al centro, la “lezione” della Cattolica

Il rettore Anelli ha aperto l’anno accademico a Roma. Il commissario Gentiloni: basta con l’onnipotenza dell’individuo
25 Gennaio 2022

Non basta «fare scienza». Occorre «farla comprendere, diffondendo consapevolezza di ciò che è», essere insomma «cerniera tra scienza e società». Per superare quella «crisi di fiducia» della conoscenza scientifica che ha attraversato alcuni momenti della pandemia. Ecco perciò che il compito delle istituzioni educative, come l’Università Cattolica, non è solo quello di formare medici «addestrandoli alle pratiche più avanzate», ma di riscoprire la «dimensione sociale della conoscenza scientifica». Questo vuol dire «comprenderne l’essenza e i limiti».

I posti dell’auditorium dell’ateneo romano sono pieni solo a metà, nel rispetto delle norme Covid. Ed è l’insegnamento della pandemia anche il filo rosso che lega il discorso del rettore Franco Anelli all’inaugurazione dell’anno accademico della sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Perché «riconoscere il sapere scientifico come contingente e condizionato significa apertura alla critica, al dibattito, alla confutazione», ricorda, che non è «scetticismo aprioristico». C’è infatti una «funzione culturale e politica dell’università» che non va dimenticata, così come non va omesso – è la conclusione del rettore, che nel suo intervento ricorda anche i 60 anni della Facoltà medica della Cattolica non celebrati nel 2021 per la pandemia – che «non è facile raggiungere e mantenere livelli elevati di qualità e volume delle prestazioni» e che al Gemelli «la sostenibilità economica è un traguardo raggiunto e mantenuto con grandi sforzi».

La pandemia inoltre ci ha mostrato le nostre fragilità, il virus «ha messo in discussione l’onnipotenza dell’individuo», «gli italiani si sono riscoperti comunità». Il commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, nel ringraziare chi è stato in prima fila e ha permesso di superare l’emergenza, delinea anche il quadro economico. In Europa «c’è una ripresa, ne misureremo l’intensità nelle prossime settimane, perché c’è sicuramente un rallentamento», ma l’obiettivo resta usare bene i fondi del Recovery Fund «per uscire migliori dalla pandemia». Una missione che deve essere «comune del Paese, non un compito solo affidato al governo – prosegue Gentiloni –. Quello spirito di comunità ritrovato nella sofferenza, deve guidarci verso il futuro», lo stesso che ispirò padre Agostino Gemelli nella fondazione dell’ospedale.

E oggi questa struttura, è la sottolineatura del preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Rocco Bellantone, «ha saputo dimostrare la forza e la passione dei suoi operatori sanitari creando, nel giro di poche settimane, un ospedale nell’ospedale, dove operatori sanitari e tecnici stremati hanno compiuto veri e propri atti di eroismo dando eccellenza e carità». Ad ascoltare in prima fila ci sono il ministro per la Famiglia Elena Bonetti, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, il decano del collegio cardinalizio Giovanni Battista Re, l’assistente ecclesiastico generale dell’ateneo Claudio Giuliodori.

Ma è soprattutto a chi ha il potere decisionale che il direttore del dipartimento di Oncoematologia del Bambino Gesù, Franco Locatelli, si rivolge nella sua prolusione 'Terapia genica e genome editing nelle emoglobinopatie' quando sostiene che «dobbiamo porci delle domande sulle terapie sofisticate, che hanno dei costi importanti, per far sì che diventino non solo sostenibili per il nostro Paese, ma anche un’opportunità per il mondo». Un discorso che vale in ogni campo, aggiunge l’ordinario di Malattie dell’apparato visivo Stanislao Rizzo nella sua prolusione 'Visione artificiale: sogno o realtà', anche quello oftalmologico che sta vivendo «un rinascimento scientifico, grazie alla combinazione fra le scoperte della biologia e il potere della tecnologia».

Alessia Guerrieri

Avvenire, 25 gennaio 2022