UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La collaborazione virtuosa sotto la mole

Torino, sui banchi della chiesa i ragazzi del liceo statale. Don Fredo: questa è comunità
17 Settembre 2020

Scuola statale e laica che fa lezione in una chiesa tra le più amate della città. È accaduto ieri, primo giorno di scuola, a Torino. Effetto della pandemia ma anche, e soprattutto, di una collaborazione tra istituzioni e persone che è di vecchia data e che ha prodotto i suoi frutti. Nella Torino di Cavour – che fece suo il motto «Libera Chiesa in libero Stato» – lo Stato ha assunto il nome di Convitto Nazionale 'Umberto I', la Chiesa quello della Confraternita di San Rocco nel cuore della città. Istituzione storica, quella del Convitto, espressione di una laicità dell’insegnamento che risale addirittura all’800 e che oggi conta circa 1.400 allievi tra scuole elementari, medie e superiori; istituzione di culto secolare, la chiesa, consacrata al santo agli inizi del ’600. Entrambe oggi alle prese con gli effetti della pandemia.

La vicenda è semplice. A corto di banchi, quelli nuovi progettati per rispettare i distanziamenti, la scuola pubblica doveva comunque iniziare in luoghi sicuri e ha quindi chiesto ospitalità alla chiesa. Come in ogni vicenda, a fare la differenza sono le persone. Per trovare gli spazi giusti per gli allievi pare sia bastato un messaggino di Giulia Guglielmini, rettore del Convitto, indirizzato a don Fredo Olivero, rettore della Confraternita di San Rocco. Cosa facile (in apparenza), visto che i due già da tempo collaborano in alcuni progetti di formazione e studio sui beni culturali della città.

Racconta don Fredo: «Una decina di giorni fa, mi è arrivato un messaggino della professoressa che mi chiedeva che cosa ne pensassi di mettere a disposizione la chiesa per una classe di ragazzi del quinto anno. Prima di rispondere definitivamente, ho comunicato la cosa nel corso della Messa e la gente ha applaudito». Così, prima dell’inizio delle lezioni, il personale della scuola ha provveduto alla sanificazione dell’ambiente. Tra marmi e quadri carichi di storia e fede, la professoressa Guglielmini e don Olivero hanno accolto i 23 ragazzi della quinta 'liceo scientifico internazionale cinese': corso particolare, visto che oltre alle materie consuete, gli allievi studiano cinese per sette ore alla settimana. Inizio di scuola particolare, quindi, per un corso di studi particolare.

«Era la classe che davvero non aveva spazio nei nostri locali» dice però il rettore del Convitto che precisa: «Gli studenti all’inizio erano un po’ perplessi, ma tutto ha funzionato. Da parte mia, ho voluto sottolineare la necessità di tenere un comportamento consono al luogo ma anche confermare che l’Umberto I è una scuola statale e laica». Mentre don Fredo commenta: «Per me è importante che i giovani capiscano che cosa è una comunità al di là della fede di ognuno. E questo è un esempio di comunità». Tutto durerà circa dieci giorni, fino all’arrivo dei banchi nuovi. Ieri 5 ore di lezione: italiano, latino, storia, filosofia, due ore di matematica.

Quanto accaduto a Torino tra chiesa di San Rocco e Convitto Nazionale, è d’altra parte nel solco di ciò che, qualche settimana fa, aveva indicato lo stesso arcivescovo Cesare Nosiglia sottoscrivendo un accordo di collaborazione tra amministrazione cittadina e ufficio scolastico per mettere a disposizione gli spazi di chiese e parrocchie. Lo stesso Nosiglia proprio ieri ha detto: «A scuola bisogna imparare tante cose ma la cosa principale è quella di apprendere a stare insieme agli altri come fratelli». D’altra parte, sarà un caso, ma san Rocco è stato invocato nei secoli come protettore nelle epidemie di peste.

Andrea Zaghi

Avvenire, 15 settembre 2020