“Scuola, religione, nuove generazioni. Esperienza giuridica e risorse del futuro”: questo il tema del convegno svoltosi il 21 novembre scorso nella Sala delle Accademie della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana, con il patrocinio dell’Università di Brescia, dell’Arcidiocesi di Milano e della stessa Ambrosiana.
Dopo la relazione di Carlo Cardia, professore emerito di Diritto ecclesiastico all’Università degli Studi di Roma Tre, su «L’esperienza italiana. Dalla tradizione risorgimentale alla libertà religiosa», è Lorenza Violini, professore ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Milano («Pluralismo e libertà della scuola nell’età della globalizzazione»), a delineare un orizzonte di riferimento, certamente non roseo sulla questione, «anche se la realtà va sempre valutata in una prospettiva positiva – osserva -. Bisogna fare pressione sui valori costituzionali che ci guidano, in un momento in cui l’uomo, proprio per il progresso nei suoi saperi, vive la tecnica dominante che porta all’attrattiva dell’utilità e a chinarsi di fronte agli interessi, rinunciando alla verità. Occorre ribadire la libertà e il pluralismo con libertà di scelta per le famiglie: ciò è fondamentale e da rimettere a tema. Ricordiamo che le statistiche ci dicono che due anni fa sono state chiuse più di 400 scuole. Dobbiamo valorizzare il territorio, il ruolo delle Regioni, fare rete, sottolineando il valore delle realtà associative perché il sistema resti plurale».
Chiara Minelli, professore ordinario di Diritto ecclesiastico e canonico all’Università degli Studi di Brescia affronta il tema dell’«Alleanza tra scuola e famiglia. Magistero ecclesiale ed esperienza giuridica»: «La sinergia tra scuola e famiglia è irrinunciabile laddove siano in gioco le convinzioni religiose e filosofiche dei genitori. L’alleanza tra scuola e famiglia è entrata in crisi perché è venuta meno la fiducia reciproca. È una crisi che scopre la malattia della relazione. Vi è qualcosa di profondamente disarmonico nel nostro tempo: è il patto educativo che si è rotto». Qual è allora la strada da percorrere? «Cercare vie di speranza perché educare, come dice papa Francesco, è sostanzialmente un’esperienza di speranza».
Infine, le conclusioni dell’Arcivescovo di Milano, che nel suo intervento su «La formazione delle nuove generazioni. Il nostro futuro», approfondisce «la complessità dell’avventura educativa inserendola nel contesto scolastico».
Annamaria Braccini
(www.chiesadimilano.it)
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