UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Vietati (e venduti) agli adolescenti

L’allarme su alcol e cannabis nell’indagine del Moige
21 Ottobre 2021

Un ragazzino entra in tabaccheria, chiede un pacchetto di sigarette e l’esercente glielo vende senza fiatare. E anche al bar o in discoteca succede spesso che i gestori servano alcolici agli adolescenti senza verificare l’età di chi li consuma. Per non parlare dei giochi d’azzardo, come Gratta & vinci, e scommesse sportive, che vedono sempre più giovanissimi tra i fruitori. E sono fenomeni che non si sarebbero attenuati, purtroppo, durante la pandemia.

L’allarme arriva da un’indagine realizzata dal Moige (Movimento italiano genitori) in collaborazione con l’Istituto Piepoli da cui risulta che un commerciante su due rifila prodotti vietati a chi ha meno di 18 anni. In particolare, il 57% dei ragazzi dai 10 ai 17 anni – tra i 1.000 intervistati – dichiara che al momento dell’acquisto di bevande alcoliche (al bar nel 38% dei casi) il venditore non gli ha chiesto l’età, una percentuale che al Sud e nelle isole raggiunge il 65% mentre al Centro è del 50% e al Nord del 28%. E soltanto il 4% ha ammesso che l’età gli è stata sempre controllata. Dall’indagine, intitolata “Venduti ai minori”, emerge che l’11% degli interpellati riesce ad acquistare le sigarette dai distributori automatici utilizzando il documento di amici maggiorenni (59%) ma anche di fratelli o genitori (26%). E c’è pure – il 15% – chi ha dichiarato che il controllo della tessera sanitaria nelle macchinette non era attivo.

Altra nota dolente. I minorenni che fanno uso di cannabis light, cioè quella legale, sono il 3% e nel 71% dei casi, al momento dell’acquisto il commerciante non ha verificato la loro età. E, ancora. Le tipologie di gioco d’azzardo più diffuse tra i ragazzi sono i gratta e vinci (69%), le scommesse sportive (45%), il gioco del lotto e del superenalotto (16%) e le slot machine (10%). E anche in questo comparto, la maggior parte dei gestori (il 65%) non ha chiesto loro l’età e non si è rifiutato di farli giocare (57%). Per quanto riguarda il gioco online, invece, il divieto per i minori di 18 anni, a detta degli intervistati, è assente nel 30% delle piattaforme specializzate.

Decisamente allarmante, infine, la facilità di accesso a contenuti pornografici, specie tramite Internet. Il 44% dichiara di averli scoperti perché gliene hanno parlato gli amici. Non meno grave il quadro che riguarda i videogiochi vietati ai minori: il 35% li usa con amici collegati al web, il 19% con amici in presenza, il 6% con familiari e il 36% da solo.

«L’indagine fa emergere dati preoccupanti, i minori non possono subire da parte degli adulti un abuso commerciale lesivo della loro salute – commenta il direttore del Moige, Antonio Affinita – ed è altrettanto grave il vuoto normativo che riguarda l’uso della cannabis light e dei videogiochi classificati come +18. Ci rivolgeremo da subito a governo e parlamento affinché attivino norme, sanzioni e controlli più stringenti e rigorosi per tutelare il benessere psico-fisico di bambini e adolescenti, evitando così comportamenti devianti o che sviluppino dipendenze».

Fulvio Fulvi

Avvenire, 21 ottobre 2021

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