Nessuna «cacciata» e situazione sostanzialmente tranquilla. È quanto emerge da una rapida panoramica che la Federazione delle scuole materne di ispirazione cristiana (Fism) ha condotto sulla situazione bambini vaccinati a poco più di dieci giorni dalla scadenza del 10 marzo per la presentazione della documentazione come previsto dalla legge. Sembra, dunque, sgonfiarsi l’allarmismo lanciato nei giorni scorsi circa una presunta volontà di procedere «all’esclusione dall’accesso al servizio per inadempimento dell’obbligo vaccinale».
Al contrario la circolare inviata alle scuole paritarie della Fism, precisa una nota della segreteria nazionale, «aveva soltanto lo scopo di ricordare ai nostri istituti cosa prevede la legge per tutti i bambini del sistema scolastico». Obbligo che vale per tutte le materne, incluse quelle comunali e statali, che infatti hanno applicato la legge senza suscitare analogo scalpore. «Non vi è stata alcuna minaccia di esclusione – replica ancora la Fism –, ma al contrario da tempo abbiamo aperto un dialogo con le famiglie proprio per verificare lo stato vaccinale dei loro figli», alla luce della legge.
Un confronto che sembra aver dato un risultato positivo. Dal sondaggio che la Fism ha fatto presso le proprie federazioni regionali solo in Sardegna si registrano 3 casi: due ad Alghero (in un caso il minore è stato ritirato, nell’altro prima si è cercato di iscrivere senza la certificazione richiesta, presentata soltanto in un secondo momento) e a Sassari. A dire il vero il monitoraggio Fism evidenzia anche una situazione a macchia di leopardo lungo la Penisola, dove ogni Regione fa da sè. In Veneto e in Umbria la data limite è spostata al 30 aprile prossimo. Nessun caso di esclusione nelle materne paritarie Fism in Puglia, in Friuli-Venezia Giulia e in Liguria. Resta ora da verificare i dati relativi alle materne statali e comunali.
Enrico Lenzi
Avvenire, 22 marzo 2018