Libro di testo. Presentazioni. Tecnologia e modalità laboratoriali di didattica. Non bastano più. Chi pensa di “completare” così l’Ora di religione cattolica, sia chiaro, è fuori strada. O questo momento diventa una chiave di lettura sulla realtà. Oppure corre il grave rischio di essere chiusa in sé stessa. Di non portare frutto.
Per questo sulla cattedra ci vuole Avvenire. Strumento indispensabile di approfondimento. Dalle forti radici. Di prospettiva. Un grande valore aggiunto. A volte – purtroppo – non sfruttato come dovrebbe. Come se il giornale, che un mio professore di scuola media amava chiamare «il libro del giorno», fosse una sorta di “quaderno operativo”.
E proprio per questo continuo a sostenere (e a proporre) che tutti i docenti di religione non solo si abbonino ma traggano spunto dai temi proposti sulle colonne del “nostro” giornale per avviare discussioni, dialogo, approfondimento. Partendo dal presupposto che è a scuola che si crescono le nuove generazioni. È lì che si appassionano i ragazzi al futuro proprio e della società. È tra loro che, magari, siedono un futuro sindaco o amministratore e – perché no – anche colui che un giorno diventerà presidente della Repubblica. Per questo non possiamo giocare al ribasso: ancora di più in un momento storico così difficile. Che ci chiede di cogliere al volo tutte le opportunità. E quale più straordinaria di questa, l’Ora di religione, nata da una scelta di libertà durante la quale ognuno gioca la propria libertà.
Certo, tutto ciò non si può fare senza gli strumenti giusti. Pensiamo alla guerra di questi giorni, alle pagine di politica interna ed estera, agli approfondimenti culturali. Oppure alle fake news, dalle quali tutti vogliamo stare a distanza, salvo poi riceverle direttamente magari in una notifica del cellulare.
Avvenire su tutti questi fronti c’è. È puntuale, dettagliato. Apre la mente. Ciò che ci vuole per un’Ora di religione dei tempi nostri: non “catechismo”, né “privilegio della Chiesa cattolica”, ma spazio che trova fondamento nella «importanza che la dimensione religiosa ha nella formazione integrale della persona» e nel «ruolo ineguagliabile del cristianesimo» nella costruzione della società, come amava dire il cardinale Angelo Bagnasco. Vogliamo dirla più laicamente? «La preghiera del mattino dell’uomo moderno è la lettura del giornale. Ci permette di situarci quotidianamente nel nostro mondo storico». Parola di Hegel. Dal quale potremmo dissentire sul passaggio che accosta l’informazione alla preghiera (senza la quale non esiste ragionamento cristiano) ma non il ragionamento sul “situarci nel mondo”.
I giornali vanno letti perché sono lo specchio del mondo in cui viviamo. E, se vogliamo che servano davvero, dobbiamo leggerli in compagnia. Non approfittare per questo dell’Ora di religione cattolica a scuola sarebbe un peccato.
Paolo Usellini
Avvenire, 10 settembre 2024