UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Uno Stato laico ma rispettoso»

Parla Filippo Vari, costituzionalista dell’Università Europea
10 Settembre 2021

Una sentenza che ha un lato positivo, perché lascia il crocifisso affisso nelle aule scolastiche e non obbliga a toglierlo stabilendo che il simbolo cristiano in classe non discrimina nessuno. Ma ancora una volta la Cassazione assume un ruolo che spetterebbe della politica. Luci e qualche ombra, insomma, per Filippo Vari, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università Europea di Roma, dietro la sentenza della Consulta numero 24414, pubblicata ieri.

Partiamo dalle luci?

La Cassazione, davanti al ricorso di un docente che voleva togliere il crocifisso dall’aula durante le sue lezioni perché si sentiva discriminato, riconosce che la religione può avere spazio nella sfera pubblica anche in un Paese laico. Viene ribadito che abbiamo in Italia una laicità giuridicamente non aggressiva, a differenza ad esempio di quella francese che invece vieta l’esposizione di tutti i simboli religiosi negli edifici pubblici. La Corte di Cassazione ha affermato che la disposizione del regolamento di un secolo fa – che tuttora disciplina la materia, mancando una legge specifica – va interpretata in senso conforme alla Costituzione. Ma è altresì vero che se il cristianesimo non è più religione di Stato, la maggioranza degli italiani ha dimostrato di riconoscersi nel crocifisso anche 10 anni fa, quando la Corte di Strasburgo si pronunciò sulla richiesta di rimuoverlo.

E l’esposizione di altri simboli religiosi oltre a quello cristiano?

Anche questo è un aspetto positivo sempre nell’ottica di una laicità non aggressiva.

La sentenza rimette la decisione dell’esposizione del crocifisso alla comunità scolastica...

Un docente dissenziente non può porre veti, e se ci sono contrasti la Cassazione invita a cercare «un ragionevole accomodamento tra eventuali posizioni difformi». Il richiamo alla reasonable accomodation, il ragionevole accomodamento, un concetto usato da Marta Cartabia, può essere utile. In caso di posizioni differenti nella comunità scolastica, ai cristiani toccherà dare conto della propria speranza, come ci chiedeva san Giovanni Paolo II, e questo è un bene. Tuttavia il principio rischia di creare incertezze sul versante pratico.

Quali sarebbero? Che cosa cambierà nell’anno scolastico che sta iniziando?

Ci sono aspetti non chiariti. All’inizio di un anno scolastico delicato e con molti problemi da affrontare, mi chiedo cosa faranno i dirigenti. Lasceranno il crocifisso affisso dove già c’è, immagino. Ma se qualcuno vuole toglierlo come si procederà, e quando? Insomma, la sentenza chiarisce che la Croce non discrimina nessuno, ma lascia aperte una serie di questioni pratiche. Infine credo ci sia stata una forma di sostituzione della Cassazione alla politica. Sarebbe stato possibile per gli organi rappresentativi scegliere una soluzione. Qui invece è la Cassazione che ha creato la regola.

Paolo Lambruschi

Avvenire, 10 settembre 2021