UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Universitari, studio a prova di crisi

Custodire il valore delle relazioni anche nel tempo delle lezioni 'a distanza'. E imparare a servire, proprio adesso. I vescovi scrivono agli studenti
28 Ottobre 2020

Cari studenti universitari, in questo tempo di pandemia prendete a modello John Henry Newman. «È guardando insieme alla realtà attuale e alla testimonianza del santo cardinale inglese che vi scriviamo questa lettera affinché ci sentiate vicini nella vostra vita universitaria». Firmato la Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università della Conferenza episcopale italiana (il testo su: www.educazione. chiesacattolica.it).

Può sorprendere l’invito che i vescovi rivolgono ai giovani che frequentano gli atenei, espresso in una lettera diffusa il 13 ottobre. Quale può essere il nesso fra la crisi in atto e l’opera dello studioso vissuto nel XIX secolo e canonizzato un anno fa da papa Francesco? Al di là dell’anniversario evidenziato dal calendario, di ragioni la lettera ne individua almeno tre. La prima risiede nel valore dell’Università come luogo in cui «formare persone colte, capaci di farsi carico dei problemi di tutto l’uomo, in grado di mantenere una profonda visione d’insieme». Le circostanze presenti rischiano di indurre a pensare che le soluzioni per contrastare le emergenze si ottengano solo da conoscenze di ordine pragmatico. Sarebbe però un errore: l’insegnamento di Newman testimonia che, in momenti come quelli attuali, occorrono «la solidarietà, l’amore alla verità, il sapere come servizio, la condivisione dei risultati scientifici, la prudenza, la capacità di perseverare nella ricerca del vero e del bene», ovvero quella dimensione sapienziale che caratterizza una vera esperienza universitaria.

L’attualità della visione di Newman consiste inoltre nell’idea dell’Università come una comunità di studio e di vita, una trama di relazioni prima che un ambiente di apprendimenti strumentali. Da qui l’invito dei vescovi a non indebolire tale aspetto anche se la gran parte delle attività si tiene ormai sulle piattaforme digitali. La sfida è quella di rivelare le inedite possibilità delle tecnologie e di «impiegarle per la verità e per il bene», un compito che riguarda tutto il mondo accademico e scientifico.

Il carattere dell’Università come luogo in cui si dibatte e si ricerca con libertà, senza condizionamenti di sorta, è la terza immagine che la lettera della Commissione episcopale propone ai giovani, invitandoli con Newman ad «ascoltare nella coscienza la lezione più importante, quella impartita dal Maestro interiore». Formare la propria coscienza significa evitare i falsi maestri, non cedere alla tentazione di essere approssimativi, aiutare chi resta indietro.

«Cor ad cor loquitur», il cuore parla al cuore, è il motto che l’ormai anziano professore scelse quando divenne cardinale. Con lo stesso stile, i vescovi concludono la lettera lanciando un accorato invito all’impegno, «certi che lo sforzo quotidiano profuso nella formazione e nell’apprendimento si tradurrà ben presto in responsabilità all’interno del tessuto sociale, scientifico, culturale». Lo sguardo è rivolto al Paese, bisognoso «di un deciso scatto in avanti», e alla stessa comunità ecclesiale: «Lo studio profondo della natura, della storia e della vita, può e deve contribuire a una sintesi più profonda tra fede e ragione, diventando anche solidarietà con tutti e carità che trasforma il mondo».

Una prima occasione per diffondere la lettera nel mondo accademico l’ha fornita l’incontro nazionale della pastorale universitaria tenuto in videoconferenza mercoledì scorso. Non potendo celebrare l’annuale convegno, responsabili diocesani, cappellani, direttori di collegi, studenti e docenti si sono dati appuntamento online per uno scambio di idee e di esperienze. Il dialogo continuerà nei prossimi mesi seguendo il filo del «Manifesto per l’Università» siglato dalla Cei e dalla Conferenza dei rettori italiani. I temi da approfondire non si discostano da quelli toccati dalla Commissione episcopale: il diritto all’educazione, un umanesimo integrale e solidale, la libertà della ricerca, le sfide della cultura digitale.

Ernesto Diaco

Avvenire, 28 ottobre 2020