Il cuore intelligente dei ragazzi. A Roma è iniziato ieri un seminario di quattro giorni in preparazione del prossimo Sinodo dei vescovi, che si svolgerà nel mese di ottobre 2018, e sarà dedicato completamente ai giovani. Docenti di teologia e assistenti spirituali si sono radunati a Roma per un’iniziativa promossa dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con l’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi superiori. Ieri sono stati avviati i lavori di studio che hanno avuto come focus l’importanza delle prospettive ecclesiali e culturali e dell’educazione al discernimento. «Abbiamo scelto un versetto dei Salmi per il nostro seminario di studi intitolato 'In un cuore intelligente risiede la sapienza: giovani, università e discernimento' » ha spiegato il vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica. «Le modalità e i contenuti della formazione al discernimento non sono così scontati. In questi anni abbiamo rivisto i programmi dei corsi di teologia affinché l’esperienza sapienziale possa partire dall’esperienza del cuore. Dopo il Giubileo della misericordia, papa Francesco ha voluto dedicare tutta l’attenzione della Chiesa nel prossimo Sinodo dei vescovi. Nel suo recentissimo viaggio in Colombia, conclusosi domenica scorsa, c’è stato un refrain continuo dedicato ai ragazzi: siate protagonisti, lasciati coinvolgere, non state alla finestra».
Il compito di diventare interlocutori dei giovani, che sono chiamati a essere adulti, ma anche a essere protagonisti della formazione è stato l’invito del vescovo Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina- Sezze-Priverno e presidente della Commissione episcopale della Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università. «Diventare adulti significa passare progressivamente dall’essere concentrati su sé stessi all’apertura alla realtà, superando il narcisismo come fase della crescita e come clima culturale. L’azione pastorale dovrebbe mirare più che a riportare i giovani nella Chiesa, a riportare, semmai, la Chiesa tra i giovani – ha sottolineato il vescovo Crociata –; e ciò dovrebbe significare preoccuparsi più della salvezza che dell’appartenenza. I giovani non sono indisponibili a un cristianesimo di scelta, e quindi di grazia e di libertà; possono abbracciare un cristianesimo di convinzione, non di convenzione. C’è bisogno, allora, per la mentalità di tanti nostri ambienti, di un capovolgimento di prospettiva, in base al quale la persona viene prima dell’istituzione».
La necessità di collaborazione tra tutte le realtà territoriali presenti e la creazione di legami tra la pastorale universitaria e quella giovanile è stata il centro della testimonianza del direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università Ernesto Diaco. Le sfide nella formazione e le sfide per gli stessi formatori hanno caratterizzato le testimonianze della professoressa Antonia Testa e di don Massimo Cassola, docente a contrato dell’Università Cattolica, che hanno concluso il primo giorno del seminario. Nelle prossime giornate si alterneranno incontri sulla formazione, con la partecipazione di don Roberto Maier e di docenti come Alessandro Rosina, Pier Cesare Rivoltella e Maria Luisa Di Pietro. Ci saranno anche tavole rotonde sul profilo degli educatori alla fede, con la ricerca condotta dell’Istituto Giuseppe Toniolo, mentre l’ultima giornata sarà focalizzata sul tema centrale della formazione di giovani professionisti artefici del cambiamento, con gli interventi di alcuni dei presidi delle facoltà della Cattolica, Domenico Bodega (Economia- Milano), Albino Claudio Bosio (Psicologia-Milano) e Rocco Bellantone (Medicina- Roma).
Emanuela Genovese
Avvenire, 12 settembre 2017