UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Una piazza affacciata sul mondo

Tra Piacenza e Cremona si snodano i percorsi innovativi della Facoltà di Economia e Giurisprudenza. Interdisciplinarietà e internazionalizzazione i punti di forza
24 Giugno 2021

Ci si ritrova in piazza, come d’abitudine nelle città italiane, e intanto si impara a pensare in inglese. Ci si prende una pausa nei chiostri del monastero medievale e intanto si comincia a progettare il mondo di domani. Dislocato tra Piacenza e Cremona, il campus padano dell’Università Cattolica è una realtà vivacissima e per molti aspetti imprevedibile. Da quasi trent’anni, infatti, alla tradizionale presenza della Facoltà di Scienze Agrarie si è aggiunta quella di Economia e Giurisprudenza.

«Dal punto di vista amministrativo – spiega la preside Annamaria Fellegara – la fusione tra i due indirizzi è avvenuta nel 2012, ma la prospettiva interdisciplinare caratterizza da sempre questo progetto, che porta l’impronta di chi lo ha voluto». A insistere sulla necessità di sviluppare e consolidare le funzioni manageriali sul territorio fu anzitutto l’economista Giacomo Vaciago, morto nel 2017 all’età di 74 anni. Piacentino come l’altro artefice dell’impresa, il collega Giancarlo Mazzocchi, Vaciago fece in modo che nella nuova sede si radunassero giovani docenti che, partendo da una conoscenza approfondita della realtà locale, sapessero gestire il passaggio a una visione globale. «L’agroalimentare rimane il settore portante – ammette Fellegara –, ma non bisogna dimenticare che ci troviamo in un’area che ha punte di eccellenza nella meccatronica e nel digitale. Fin dal principio abbiamo cercato di assecondare e favorire questa complessità di intrapresa, facendo tesoro della specificità italiana e aprendosi agli scenari internazionali».

«Sì, siamo stati e continuiamo a essere una sorta di progetto pilota – ribadisce Laura Zoni, che a Piacenza insegna Programmazione e Controllo nel curriculum in lingua inglese –. Prima ancora di mettere a punto l’alleanza con altre università all’estero, abbiamo preso a modello lo standard ampiamente adottato da molti atenei stranieri, sia per quanto riguarda la flessibilità dei percorsi formativi, sia per l’organizzazione della didattica. Detto altrimenti, da noi i docenti sono stati sempre fisicamente presenti, in modo da garantire un rapporto più stretto con gli studenti. In questo credo che abbia giocato un ruolo rilevante l’attenzione alla persona che è tipica dell’impostazione della Cattolica». La scelta si è dimostrata lungimirante. Oggi la Facoltà di Economia e Giurisprudenza fa parte dell’Ipbs, il consorzio che riunisce tredici fra le più prestigiose business school europee e americane. «E siamo l’unica realtà italiana che ha avviato le pratiche per l’accreditamento Aacsb, il più autorevole e rigoroso nell’ambito dell’istruzione economica», puntualizza Zoni.

Se a Piacenza il centro non solo simbolico della sede è costituito dalla “piazzetta” (l’ampia zona per lo studio circondata da una balconata e arricchita da molte opere d’arte), dallo scorso autunno a Cremona la Cattolica si è trasferita negli spazi dell’ex monastero di Santa Monica, completamente rinnovato grazie al sostegno della Fondazione Arvedi Bruschini. «La nostra è una posizione privilegiata – osserva Daniele Cerrato, professore di Economia aziendale e coordinatore delle attività nella sede cremonese – . Godiamo dei vantaggi di un ateneo di prossimità e nello stesso tempo possiamo fare affidamento sulle risorse e sulla reputazione di un’università come la Cattolica. Anche per questo, negli ultimi anni, i nostri corsi sono sempre più ricercati, con una particolarità che merita di essere sottolineata: gli iscritti alla laurea magistrale sono più numerosi di quelli che frequentano la triennale, contrariamente a quanto succede di solito».

Nel suo insieme la Facoltà offre una preparazione di alto livello e spesso decisamente impegnativa, come nel caso della doppia laurea in Diritto& Economia di cui è referente il canonista Antonio Giuseppe Maria Chizzoniti: «Nei primi cinque anni si completano gli studi di Giurisprudenza, all’interno dei quali si sostiene un significativo numero di esami in ambito economico – riassume –. Dopo di che, si può frequentare il secondo anno del corso in Gestione d’azienda, conseguendo così una seconda laurea magistrale». Un programma molto intenso, appunto, che però sta dando risultati più che soddisfacenti: «Abbiamo praticamente azzerato la quota di fuori corso – aggiunge Chizzoniti – e ormai ci rivolgiamo a un bacino molto vasto, che comprende più della metà delle province italiane. In Italia esistono altre scuole di giuristi d’impresa, ma la nostra è l’unica che forma giuristi per l’impresa. È una professionalità inedita, più sofisticata e complessa, più adatta alle trasformazioni in atto».

Va nella stessa direzione l’istituzione della laurea magistrale in Innovazione e imprenditorialità digitale, al via dall’anno accademico 2021 2022 presso il campus di Cremona. «La compresenza tra gli antichi mattoni e le moderne strutture in acciaio rappresenta bene il nostro obiettivo – afferma Fabio Antoldi, professore di Strategia aziendale e referente del nuovo corso –. L’idea centrale sta nel considerare la tecnologia non come mera strumentazione, ma come fattore abilitante, capace di contaminarsi con gli altri saperi, specie per quanto concerne le scienze sociali e le discipline umanistiche. A nostro avviso, i futuri manager dell’innovazione saranno chiamati a muoversi sul crinale di queste competenze».

Una concezione molto articolata dell’interdisciplinarietà contraddistingue un’altra importante iniziativa avviata di recente. «Il corso in Management per la Sostenibilità è partito lo scorso anno, in piena pandemia – fa notare Davide Galli, docente di Economia aziendale e coordinatore della nuova laurea –. È stato un atto di fiducia, un investimento che riguarda il domani di tutti. Proprio per questo si presenta come una triennale, rivolta ai ragazzi e alle ragazze appena usciti dalle scuole superiori. Non si tratta di conseguire una specializzazione, ma di familiarizzare con il linguaggio della sostenibilità intesa in ogni sua implicazione. Del tutto fondamentale, in questo senso, la collaborazione con le Facoltà di Scienze Agrarie, che fornisce gli insegnamenti di carattere ambientale, e di Scienze della Formazione, anch’essa presente a Piacenza. A dispetto di quanto si crede, la sostenibilità non si esaurisce nella dimensione ecologica e richiede invece una forte consapevolezza sociale, un’adeguata profondità culturale. Lo stile, insomma, è quello della Robert Kennedy Foundation, con la quale già in questo primo anno abbiamo avviato una relazione molto proficua».

Lettrice appassionata oltre che esperta aziendalista, la preside Fellegara allinea i riferimenti imprescindibili: l’enciclica Laudato Si’, la Costituzione Italiana, qualche verso dei poeti che ama. «Il momento più bello? Per me è la Giornata del Dono, che celebriamo ogni anno nel mese di ottobre – dice –. Lì si vede veramente come la buona economia può creare comunità. E far crescere il mondo».

Alessandro Zaccuri

Avvenire, 24 giugno 2021