UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Un nuovo patto educativo basato su dialogo e ascolto

Papa Francesco ai Fratelli delle Scuole Cristiane: in prima linea per educare al passaggio da un mondo chiuso a un mondo aperto
23 Maggio 2022

Per il Papa è sempre più urgente definire un nuovo patto educativo «che sia comunicazione e lavorare insieme». Così come è necessario pensare a una informazione non autoreferenziale, ma che promuova «il dialogo e l’ascolto, che permettono di coltivare le relazioni». Francesco ne ha parlato ieri in due distinte udienze, rivolte rispettivamente ai Fratelli delle Scuole Cristiane, la congregazione religiosa fondata da san Giovanni de La Salle nel 1682 e di cui in queste settimane si è svolto il capitolo generale, e alla redazione e una rappresentanza di lettori di Famiglia Cristiana che quest’anno compie 90 anni.

Per far fronte a quella che ha definito una vera «emergenza educativa», papa Bergoglio ha indicato due prospettive o sfide: la fraternità e la cura della casa comune. «Voi, fratelli, – ha detto ai religiosi, un centinaio circa presenti all’udienza – fate parte di questo cantiere, anzi, siete in prima linea, educando a passare da un mondo chiuso a un mondo aperto; da una cultura dell’usa- e-getta a una cultura della cura; dalla ricerca degli interessi di parte alla ricerca del bene comune. Come educatori voi sapete bene che questa trasformazione deve partire dalle coscienze, oppure sarà solo di facciata». In tal senso dunque «siate fratelli non solo di nome ma di fatto – ha esortato Francesco –. E le vostre scuole siano cristiane non di nome, ma di fatto».

In sostanza si tratta di «evangelizzare educando» e di «educare evangelizzando». Educare alla creatività, alla convivenza, alla giustizia, alla pace, alla vita interiore, aperti al trascendente, ha sintetizzato il Papa, rimandando anche al magistero di san Giovani Paolo II: «L’uomo è la via della Chiesa». In altri termini, ha concluso il Pontefice, «il vostro apostolato, il vostro apporto specifico all’evangelizzazione è far crescere l’umano secondo Cristo. In questo senso le vostre scuole sono “cristiane”, non per un’etichetta esteriore».

In un certo senso è lo stesso compito, sia pure con strumenti diversi, che attende i comunicatori. E Francesco non ha mancato di farlo notare nella festa di Famiglia Cristiana all’interno dell’Aula Paolo VI. Il settimanale fondato dal beato Giacomo Alberione è «come una brava nonna, che ne ha viste tante e ha acquistato saggezza», ha notato davanti al direttore, don Stefano Stimamiglio. E proprio Alberione, citato dal Papa, diceva che «il giornale cattolico è come una visita di Dio nelle case».

Il tutto va naturalmente adeguato ai nostri tempi. Di qui la preghiera del Pontefice «perché Famiglia Cristiana e gli altri vostri periodici, i libri, le attività televisive, multimediali e formative in Italia e nel mondo siano sempre rinnovate secondo il Vangelo con lo zelo dell’apostolo Paolo». Ma il rinnovamento deve essere autentico, cioè sempre radicato nel Vangelo, ma al tempo stesso scevro da un pericolo che Francesco, con un’aggiunta a braccio al discorso, ha descritto così: «Oggi purtroppo si confonde andare in profondità con andare indietro e una cultura che invece di andare in profondità per annunciare va indietro finisce per muoversi per conservarsi, per non crescere, per non avere il carisma di una comunicazione. State attenti voi nelle vostre riviste, sempre far vedere le radici ma per crescere».

Infine un’ultima raccomandazione: «Stare attenti a guardare quando c’è qualche movimento indietro per denunciarlo e dire questo non è cristiano. Andiamo avanti con la forza del Vangelo – ha esortato ancora il Papa –, con la forza comunicativa che crea comunità; non andare indietro per creare piccoli gruppetti di autoconservazione, che finiranno per trasformare la nostra anima in un pezzo di museo».

Nel suo saluto a Francesco don Stimamiglio ha sottolineato: «Il legame fortissimo e autenticamente familiare con il pubblico è sempre andato ben oltre la logica del business editoriale». Una caratteristica messa in evidenza anche prima dell’arrivo del Papa, nel momento di festa condiviso tra i partecipanti all’udienza. Proiettato un video sulla storia della testata, riassunta anche in un libro offerto ai presenti. Don Antonio Rizzolo, amministratore delegato del Gruppo San Paolo, che ha diretto Famiglia Cristiana dal 2016 fino allo scorso marzo, ha raccontato il rapporto tra la testata e i suoi lettori, quella che ha definito la «parrocchia di carta».

Mimmo Muolo

Avvenire, 22 maggio 2022