C’è chi chiede sostegno per comprare i libri di testo. E chi bussa in via Altabella perché, con un Isee quasi pari a zero non riesce a mandare in piscina o ad un laboratorio creativo il figlio con una grave disabilità. Ma c’è anche chi chiede aiuto per l’abbonamento dell’autobus, avendo una famiglia numerosa. Il bisogno ha il nome e cognome di quei 4.751 ragazzini sostenuti nel loro percorso educativo–didattico dal milione di euro che l’Arcidiocesi ha investito sul loro futuro, grazie ai proventi della Faac.
Tanti gli «Sos» arrivati all’Ufficio Scuola della diocesi; al punto che rispetto allo scorso anno, rivela la referente Silvia Cocchi «abbiamo registrato un + 30% di domande: 1.425 minorenni in più in affanno». Tre le aree tra cui sono stati «spalmati» i 998.830 euro. L’area 1 è per gli studenti disabili, «i più fragili», osserva l’arcivescovo Matteo Zuppi. Con 385.500 euro sono stati sostenuto 182 ragazzi disabili più o meno gravi: 42 alla materna, 66 alle elementari, 45 alle medie e 24 alle superiori. Qui l’aiuto si concretizza in computers, software specifici, interventi per disabilità gravi o gravissime. L’area 3, grazie a 348.330 euro, ha erogato a 2.049 studenti una borsa di studio di 170 euro per aiutarne la frequenza.
Un aiuto piccolo, ma che «indica una presenza», sottolinea Cocchi. Infine, l’area 2, la più ricca di proposte perché rappresenta i 78 doposcuola (50 nel 2017) frequentati da ben 2.340 studenti: ad essi sono andati 348.330 euro. Per lo più in parrocchie, alcuni sono nati pochi anni fa, altri ne hanno oltre 40. Sostegno allo studio, giochi, laboratori: c’è di tutto. Incluso studenti di liceo che nel doposcuola hanno svolto l’alternanza scuola– lavoro. «Registriamo un bisogno crescente – osserva l’Arcivescovo – soprattutto perché i doposcuola sono una grande realtà di integrazione, accoglienza e anche un deterrente contro l’abbandono scolastico».
F.G.S.
Avvenire Bologna Sette, 23 settembre 2018