Il discernimento ignaziano nella scelta universitaria. Don Alessandro Di Medio, docente di religione cattolica e parroco a San Francesco Saverio alla Garbatella, ha capito che “la Chiesa può offrire il proprio know how in uno dei passaggi più importanti nella vita dei giovani”. E così lo ha applicato nel progetto “Trova la tua facoltà”: 60 ragazzi di terza, quarta e quinta superiore, per quattro giorni, hanno scavato dentro di loro, al Seraphicum di Roma, per capire quale percorso accademico e professionale intraprendere. Un’iniziativa che vuole capovolgere la prospettiva: “Noi poniamo da subito la distinzione tra orientamento e discernimento”.
“L’orientamento è una scelta dall’esterno verso l’interno – spiega il sacerdote -. Vedi una serie di cose, quella che esercita la maggiore influenza la scegli. Il discernimento invece è una scelta dall’interno verso l’esterno. Trovi in te delle cose e cerchi fuori quelle che si avvicinano di più alla realizzazione di quelle che hai trovato in te. È l’opposto”. Sette “ingredienti” condiscono questo percorso. Si comincia con il passaggio più difficile, il primo giorno, quello che porta a riconosce le “resistenze” al discernimento, le paure. Dal secondo giorno il via alla trattazione di quelli che vengono definiti i sette “ingredienti” del discernimento. Si iniziano così a esplorare le caratteristiche personali: aspirazioni, talenti e fragilità. Nel terzo giorno, un esercizio nelle relazioni, nella valorizzazione della propria storia e delle proprie esperienze, l’esplorazione di figure di riferimento e maestri. Nel quarto e ultimo giorno, il riconoscimento della logica del dono e la trattazione della necessità di un proprio percorso spirituale per mettere in movimento tutti questi elementi. Infine, le testimonianze dei ragazzi più grandi sul modo in cui questo metodo ha funzionato nelle loro vite e nelle loro scelte.
Dal discernimento la nascita di una coop. Marco Ruopoli aveva 21 anni quando ha cominciato a interrogarsi. Nel suo curriculum una laurea in Economia, ma nel cuore tante domande aperte. La più ingombrante: come posso impiegarla? In quel periodo ebbe l’occasione di compiere con don Di Medio un percorso spirituale per persone tra i 18 e i 29 anni – Signa Veritatis -, sviluppato a livello personale e in piccoli gruppi. “Lavoravamo su una scheda con degli spunti – ricorda -. La settimana successiva poi sviluppavamo una condivisione. Il suo insegnarci un metodo di discernimento mi ha fatto comprendere, a un certo punto, che avrei potuto utilizzare la mia laurea per creare un’impresa che potesse essere un luogo per me e per altri giovani in cui creare lavoro a partire dai talenti, dalle inclinazioni e dal discernimento delle persone che ne facevano parte”. Così Marco ha cominciato a creare processi di lavoro dove integrare persone migranti, dando vita a una cooperativa che si chiama Sophia, attiva nell’integrazione e nella formazione. Nel tempo, alcuni di loro sono diventati parte della cooperativa e dell’impresa, che oggi conta un team di 10 persone e 5 collaboratori. “Abbiamo sviluppato un progetto sul tema delle migrazioni che coinvolge un centinaio di istituti di Roma e stiamo lavorando anche in Senegal nella formazione”.
Il discernimento dei giovani in “Trova la tua facoltà”. Con la sua coop Ruopoli cerca di restituire il dono ricevuto impegnandosi oggi in prima persona in “Trova la tua facoltà”. Con i suoi occhi nota vuoti da colmare. “Nella scuola manca un modo strutturato per aiutare gli studenti a scegliere il loro futuro – riferisce -. Tanti argomenti non vengono trattati durante il percorso scolastico, eppure sono alla base di determinate scelte”. Scrutando i giovani che partecipano al percorso rileva anche che “sono molto stupiti dal fatto che sono loro stessi il materiale da cui partire per la scelta”.
“Sono molto poco abituati, quando facciamo esercizi in cui devono riflettere sui loro talenti, caratteristiche, aspirazioni, debolezze. In sostanza, sono molto poco preparati a lavorare su se stessi”. “In questa generazione di adolescenti – rileva don Di Medio -, si vede tutta l’ambivalenza di una forte diffidenza verso la dimensione della paternità ma anche una forte sete di paternità. Si vede che hanno sete di qualcuno che li apra a questo tipo di orizzonti”.
La scelta accademica dei giovani oggi. I giovani sono più spinti verso la scelta delle facoltà di Economia e Giurisprudenza se non hanno idee chiare; se hanno interessi specifici, ad esempio, nella tecnologia, scelgono Ingegneria. Don Di Medio, alla luce della sua esperienza di insegnante e delle tre edizioni di “Trova la tua facoltà”, è osservatore consapevole dei percorsi più gettonati dai giovani oggi. E nota come “alcune scelte abbiamo una radice nella famiglia, dove resta l’idea del lavoro sicuro, anche se negli ultimi vent’anni le dinamiche lavorative sono diventate fluide”. Nelle sue parole un’indicazione precisa: “Tante volte i giovani scelgono in base alla logica del successo, ma questo non li rende felice. Questa scelta è antitetica a quella del discernimento, in cui la meta proposta è la gioia conseguente alla scelta di amare. E così possono essere davvero felici anche sul posto di lavoro”.
Filippo Passantino
Sir, 12 settembre 2020