Oggi l’«alleanza educativa tra scuola e famiglia», il «patto educativo» è «in calo». La famiglia infatti «non apprezza più come un tempo il lavoro degli insegnanti – spesso mal pagati –» e questi «avvertono come una fastidiosa invadenza la presenza dei genitori nelle scuole, finendo per tenerli ai margini o considerarli avversari ». Per cambiare questa situazione «occorre che qualcuno faccia il primo passo, vincendo il timore dell’altro e tendendo la mano con generosità». È questo l’auspicio di papa Francesco formulato nel discorso rivolto ai circa 1.400 rappresentanti dell’Associazione italiana genitori (Age) ricevuti ieri mattina in udienza nell’Aula Paolo VI. «Per questo – ha esortato – vi invito a coltivare e alimentare sempre la fiducia nei confronti della scuola e degli insegnanti: senza di loro rischiate di rimanere soli nella vostra azione educativa e di essere sempre meno in grado di fronteggiare le nuove sfide educative che ve gono dalla cultura contemporanea, dalla società, dai mass media, dalle nuove tecnologie».
Il Pontefice ha ribadito che gli insegnanti devono essere considerati dai genitori «come i più preziosi alleati nell’impresa educativa » da portare avanti «insieme». E a questo proposito ha ripescato un aneddoto personale. «Avevo dieci anni, – ha raccontato – e ho detto una cosa brutta alla maestra. La maestra ha chiamato mia mamma. Il giorno dopo è venuta mia mamma, e la maestra è andata a riceverla; hanno parlato, poi la mamma mi ha chiamato, e davanti alla maestra mi ha rimproverato e mi ha detto: “Chiedi scusa alla maestra”. Io l’ho fatto. “Bacia la maestra”, mi ha detto la mamma. E l’ho fatto, e poi sono tornato in aula, felice, ed è finita la storia. No, non era finita… Il secondo capitolo è quando sono tornato a casa…». «Questo si chiama – ha commentato papa Francesco – “collaborazione” nell’educazione di un figlio: fra la famiglia e gli insegnanti».
Il Pontefice ha invitato i genitori a «insegnare ai vostri figli il discernimento morale, il discernimento etico: questo è buono, questo non è tanto buono, e questo è cattivo». E «questo si impara a casa e si impara a scuola: congiuntamente, tutte e due». Papa Francesco ha anche sollecitato «a superare tante divisioni e incomprensioni» nell’ambito educativo, «e a far sì che sia riconosciuto alle famiglie il loro ruolo primario nell’educazione e nell’istruzione dei bambini e dei giovani». «Se voi genitori avete bisogno degli insegnanti – ha aggiunto –, anche la scuola ha bisogno di voi e non può raggiungere i suoi obiettivi senza realizzare un dialogo costruttivo con chi ha la prima responsabilità della crescita dei suoi alunni». Nell’istruzione, «non deve mai mancare la collaborazione tra le diverse componenti della comunità educativa ». «Contribuire a eliminare la solitudine educativa delle famiglie», ha sottolineato il Pontefice, «è compito anche della Chiesa, che vi invito a sentire sempre al vostro fianco nella missione di educare i vostri figli e di rendere tutta la società un luogo a misura di famiglia, affinché ogni persona sia accolta, accompagnata, orientata verso i veri valori e messa in grado di dare il meglio di sé».
Nel saluto al Pontefice, Rosaria D’Anna, presidente dell’Age, ha ricordato che l’associazione è nata 50 anni fa, nel 1968, con l’obiettivo di vivere e sostenere la genitorialità. Non «conosciamo – ha spiegato, come riferisce L’Osservatore Romano – ricette che possano risolvere in una formula questa missione così complessa, tuttavia cerchiamo di essere presenti e affiancare le varie agenzie educative, a cominciare dalla scuola».
Gianni Cardinale
Avvenire, 8 settembre 2018
Leggi qui il discorso integrale di papa Francesco: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2018/september/documents/papa-francesco_20180907_associazione-italiana-genitori.html