«Per il personale degli asili, gli stipendi di luglio e agosto sono a rischio». È con una lettera ai sindacati che la Fism, la Federazione italiana scuole materne, di Torino lancia l’allarme per la sopravvivenza delle scuole paritarie. «Gentilissimi signori – scrive il presidente Luigi Vico – la presente per informare sulla grave difficoltà finanziaria che stanno vivendo le scuole Fism operanti nella provincia di Torino. Come noto le scuole traggono i flussi finanziari in parte dalle rette dei genitori (sempre puntuali nei pagamenti) e in parte dalla contribuzione statale, regionale e comunale. Purtroppo ci vediamo costretti a segnalare che ad oggi l’erogazione dei contributi è molto in ritardo».
Poi, con grande precisione, vengono indicati tutti i mancati pagamenti, punto per punto, iniziando dal livello nazionale e arrivando sino al locale. Il ministero dell’Istruzione deve ancora varare il Decreto ministeriale necessario al pagamento degli 8/12 del contributo 2017, mentre la Regione Piemonte non ha ancora definito i tempi di pagamento del contributo per l’anno scolastico 2015/2016 e per il contributo per il 2016/2017 non è ancora stato neppure approvato il decreto regionale di ripartizione dei fondi. E, insieme ai ritardi di molti Comuni minori della provincia nell’erogazione dei contributi, resta poi la grandissima (e gravissima) incognita del Comune di Torino, più volte segnalata e che ancora adesso resta senza alcuna risposta concreta. Ad oggi è stato versato solo il 30%, considerando che il piano di pagamento (dieci rate mensili da gennaio a ottobre) si è inspiegabilmente interrotto lo scorso marzo. Il Comune di Torino è in ritardo di oltre un anno rispetto agli impegni di pagamento assunti e sottoscritti. Gli impegni presi erano diversi e, da contratto di convenzione, avrebbe dovuto pagare il contributo 2016 per il 70% entro il 30 aprile 2016 e il restante 30% entro il 30 settembre 2016. Lo stesso sarebbe dovuto valere per il 2017, ma la Giunta Appendino, nel bilancio previsionale, ha tagliato 750mila euro di contributi comunali (il 25% del totale) e ha cancellato per gli istituti l’agevolazione del 30% sulla tassa rifiuti. Malgrado le promesse di rivedere a breve tali scelte, da Palazzo di Città, ad oggi, non è ancora arrivata alcuna buona notizia. I gestori delle scuole assicurano di voler fare tutto il possibile per organizzarsi al fine di poter onorare il pagamento degli stipendi, contributi e fornitori attraverso il ricorso al credito bancario, ma è ormai evidente a tutti che la concomitanza dei ritardi dei pagamenti di Miur, Regione Piemonte e Comuni non consentirà di avere credito sufficiente per onorare tutti gli impegni. «In qualità di presidente della Fism Torino, pertanto, non posso escludere – conclude Vico – che alcune scuole (in particolare quelle piccole e le ex Ipab) siano costrette a ritardare, tra l’altro, i pagamenti degli stipendi del mese di luglio e agosto al personale dipendente. Questi ritardi coincidono con il periodo estivo, periodo in cui le scuole non incassano le rette scolastiche».
Che la situazione sia davvero difficile lo confermano gli stessi sindacati, che parlano di ritardi nei pagamenti anche nel sistema della formazione professionale. Anticipa il coordinatore regionale Cisl scuola Piemonte, settore scuola paritaria, Claudio Aghemo: «Provvederemo a inoltrare una richiesta urgente all’assessore regionale al Lavoro, Gianna Pentenero: c’è bisogno di un incontro immediato del tavolo di monitoraggio sui flussi di pagamenti. Ci saremo tutti, sindacati e Fism. E dovrà esserci anche il Comune di Torino, insieme agli altri».
Danilo Poggio
Avvenire, 2 giugno 2017