Lavori socialmente utili per gli alunni violenti in classe, un piano per i giovani che non lavorano e non studiano - oltre 3 milioni tra i 15 e i 34 anni, concentrati principalmente al Sud - aumenti per gli insegnanti da prevedere già nella prossima legge di Bilancio. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara delinea le linee dei suoi prossimi interventi.
Contro gli episodi di violenza in classe serve trovare una soluzione «anche prevedendo forme diverse di sanzioni nei confronti di quegli studenti che non hanno capacità di rispettare le regole: una cosa che mi è sempre parsa molto utile sono i lavori socialmente utili», ricorda. Aggiungendo che nella manovra conta che ci siano i soldi per l’aumento dei contratti dei docenti «e mi batterò perché ci siano delle risorse nuove». Sui neet «lancerò una proposta nei prossimi giorni affinché questi ragazzi assolvano quantomeno a un obbligo formativo. Non possiamo accettare che centinaia di migliaia di giovani vivano alle spalle delle famiglie e della società».
Critico Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil, per il quale «appare evidente la visione arcaica e paternalistica» delle affermazioni del ministro. Per Mario Rusconi, presidente dei presidi di Anp Roma, l’idea dei lavori socialmente utili non è affatto nuova. «Lo Statuto degli studenti, in vigore sia per le scuole medie sia per le superiori da oltre un decennio – spiega – prevede una serie di sanzioni verso quegli studenti che commettano atti indisciplinati, forme di violenza o procurino danni alla scuola». E racconta di come da dirigente scolastico previde, come punizione ad un ragazzo che aveva devastato la porta della sua classe, di doverla riparare.
Avvenire, 22 novembre 2022