UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Studenti fuori sede, casa cercasi

Per mezzo milione di iscritti alle università, il caro affitti resta un problema
11 Settembre 2020

Sono più di mezzo milione, in Italia, gli studenti universitari fuori sede, concentrati al 50% al centro Nord: Lazio, Lombardia, Emilia Romagna. Si tratta del 33,5% del totale degli iscritti alle diverse facoltà che nell’anno accademico ormai in chiusura ammonta a 1 milione e 700mila. Un numero destinato a calare di circa 10mila unità (stima Svimez) nella stagione di studi alle porte, a causa delle incertezze dovute alle misure anti-Covid e ai possibili rischi di un’ipotetica, temuta, seconda ondata dell’epidemia da affrontare lontano dalla propria famiglia. E sarebbero soprattutto i ragazzi del Sud e delle isole a dover rinunciare, almeno per quest’anno, alle trasferte nel loro percorso di studi.

Il primo pesante problema da risolvere, comunque, in particolare per le matricole che non possono usufruire degli alloggi messi a disposizione dagli atenei, è trovare un’abitazione, anche una stanza in condivisione, a prezzi accessibili in mercati immobiliari spesso bloccati, con scarse disponibilità che favoriscono la speculazione. Nonostante la pandemia, in parecchi poli universitari il caro- affitti continua a crescere con punte che hanno raggiunto i 592 euro al mese per una camera singola a Milano (al Politecnico del capoluogo lombardo è iscritto il 2,22% dei fuori sede italiani). Ma i prezzi degli affitti sono alle stelle anche a Bologna (alla Statale felsinea il 5% viene da altre regioni senza fare il pendolare) dove un monolocale di 25 metri quadrati costa 450 euro più le spese delle utenze, come a Roma (La Sapienza accoglie il 2,43% di “forestieri”) e Firenze, mentre a Pavia, dove un terzo dei 23mila iscritti arriva da fuori regione, il costo medio di una camera è di 306 euro.

Per aiutare chi ha bisogno le Regioni Calabria, Sicilia e Toscana hanno indetto bandi finalizzati alla concessione di sostegni al pagamento delle locazioni. Incentivi stabiliti dalla giunta regionale siciliana riguardano anche gli universitari che accettino di tornare a Palermo o a Catania. Provvedimenti sono stati presi dai singoli atenei, come quello di Padova che ha stanziato 8,5 milioni per sussidi straordinari a pendolari e fuori sede con Isee inferiore a 50mila euro. L’Università Cattolica ha stanziato circa 1,6 milioni con azioni mirate alla tutela del diritto allo studio, come la riduzione dei costi dei servizi per gli studenti che nel periodo di emergenza non ne hanno usufruito e iniziative a favore degli studenti e delle loro famiglie in considerazione delle possibili ricadute economiche conseguenti alla pandemia.

E intanto le associazioni degli studenti si stanno organizzando per una “guida al diritto allo studio” nella fase 3 dell’emergenza. «I problemi non sono scomparsi dalla fine del lockdown– spiega Camilla Guarino, coordinatrice di Link Coordinamento Universitario –, ancora oggi migliaia di studenti fuori sede non torneranno nelle città in cui studiano perché impossibilitati a pagare questi prezzi, di fronte a una totale assenza del governo e di misure rivolte a contrastare il caro-affitti». La guida dell’abitare destinata agli studenti informa sui diritti dell’inquilino e sugli obblighi del proprietario, sui vantaggi dei contratti per studenti e su come contrastare la speculazione immobiliare. «La risposta al caroaffitti esiste e sta negli accordi territoriali per il canone concordato e per calmierare i prezzi degli affitti, sta nelle misure per convertire le locazioni da affitti brevi ad affitti studenteschi, negli investimenti per aumentare il numero di studentati e alloggi studenteschi – conclude Guarino – gli studenti e le studentesse sono pronte a mobilitarsi per portare avanti queste richieste se nulla dovesse cambiare».

Nel “Decreto rilancio” varato dal governo a luglio, comunque, è stata introdotta una norma che prevede un rimborso delle spese sostenute dai fuori sede con Isee inferiore a 15mila euro durante l’emergenza sanitaria: messi a disposizione 20milioni di euro. Ma molte famiglie dei beneficiari dichiarano di non avere ancora ricevuto l’assegno. Esiste poi la possibilità di una detrazione fiscale dei costi per l’università ed è prevista, in alcuni casi, una detassazione.

Da sempre, gli appartamenti nei campus e i posti alloggio di proprietà degli atenei o di enti ad essi convenzionati non bastano a recepire tutte le domande ed è quindi inevitabile il ricorso ai privati. Poche le eccezioni. Una è Camerino, nelle Marche, che anche grazie ai fondi per il terremoto quest’anno vanta uno studentato nuovo e collegi ristrutturati, con spazi in grado, probabilmente, di assorbire la stragrande maggioranza delle richieste dei fuori sede.

Fulvio Fulvi

Avvenire, 11 settembre 2020