UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Studenti a Scuola di dialogo sull’Europa che verrà

Fuci, a Firenze la prima tappa del percorso che coinvolge giovani da 10 Paesi. Con l’obiettivo di ritrovarsi a Kiev nel 2023
5 Aprile 2022

Sanno che «la comunicazione è alla base dell’azione formativa» e che «aprirsi e confrontarsi con gli altri è l’unico modo per camminare insieme senza conflitti». I giovani della Fuci, la Federazione universitaria cattolica italiana, hanno deciso così di dar vita alla Scuola europea di formazione alla politica. Dopo un anno di studi sulle democrazie moderne e avendo sottoscritto poi un documento («FuturEU: universitari per una rinnovata democrazia»), nei giorni scorsi a Firenze si sono ritrovati cento universitari per la prima sessione. «Abbiamo sentito il bisogno di lavorare insieme e formarci come giovani europei – spiegano i coordinatori della Scuola, Andrea Di Gangi e Lorenzo Cattaneo –. L’Europa è il nostro destino, è il luogo di relazione in cui riconoscerci tutti cittadini della comunità dell’Europa. All’evento di Firenze abbiamo voluto porre le basi di un cammino comune. A seconda del Paese di provenienza, erano diversi i punti di vista su temi come l’emigrazione e la concezione della democrazia. Ma alla fine abbiamo scoperto di essere uniti».

La Scuola nasce da un bisogno di crescita, ma anche dalla necessità di superare le inadeguatezze della classe dirigente. «Siamo convinti che – puntualizzano gli esponenti Fuci – che dovrebbe essere costituita da soggetti che siano, prima di tutto, buoni cittadini. Devono essere coscienti della cittadinanza e delle sue dinamiche, ma anche capaci di intercettare le tensioni e di individuare soluzioni che mettano al centro la persona. Diventa classe dirigente chi è vocato ad assumersi in prima istanza queste responsabilità». Ma è importante anche saper comunicare: «Se non partiamo dalla ricerca di una base comunicativa comune, nella condivisione di alcuni valori, non riusciremo mai a camminare in sinergia».

All’incontro di Firenze, dedicato a «Un’Europa più unita, più vicina alla sua gente, più fedele ai suoi valori», i giovani universitari hanno voluto ricordare David Sassoli. «Il presidente del Parlamento europeo conosceva questo progetto – ricordano i coordinatori della Scuola –. Ora quell’Europa che lui stava costruendo spetta a tutti noi saperla costruire con impegno e determinazione». Al primo incontro formativo erano presenti studenti cattolici da Italia, Francia, Spagna, Austria, Polonia, Grecia, Repubblica Ceca, Romania e Germania. Si erano iscritti a partecipare anche dieci ucraini, ma hanno dovuto rinunciare causa guerra. I giovani universitari guardano però al futuro con fiducia. «La prossima sessione è convocata a Kiev nell’aprile 2023, una scelta di speranza. Come cristiani siamo chiamati a comunicare un no convinto alla prevaricazione e alla guerra».

Graziella Melina

Avvenire, 5 aprile 2022