In occasione del Congresso dell’Association des Parents d’Élèves de l’Enseignement Libre (Apel) tenutosi a Valence, in Francia, dal 31 maggio al 2 giugno di quest’anno, papa Francesco ha lanciato un appello che invoca «un’alleanza forte tra la scuola e le famiglie» fondata sulla consapevolezza che i genitori sono «i protagonisti e i primi artefici dell’educazione» dei figli.
Queste parole non potevano che risuonare come un richiamo diretto a chi negli stessi giorni si trovava a partecipare a Montecatini Terme, al XXI Congresso nazionale dell’Agesc – Associazione Genitori Scuole Cattoliche. Come non leggere, infatti, in quell’invito del Pontefice quasi una summa del magistero ecclesiale che per cinquant’anni ha formato e illuminato la missione della nostra associazione? Già la dichiarazione conciliare Gravissimum Educationis sull’educazione cristiana aveva affermato che ‹‹i genitori, poiché hanno trasmesso la vita ai figli, hanno l’obbligo importantissimo di educare la prole: vanno pertanto considerati come i primi e i principali educatori di essa. Questa loro funzione educativa è tanto importante che, se manca, può difficilmente essere supplita››.
I primi genitori che spontaneamente si riunirono in un giorno di novembre del 1975 a Milano, presso l’Istituto delle suore Angeliche, sancendo l’atto di nascita dell’Agesc, altro non chiedevano che di assolvere a questo compito fino in fondo, assumendosi la responsabilità non solo di scegliere la scuola ritenuta più adatta ai propri figli e ai valori coltivati in famiglia ma anche di collaborare con l’istituzione scolastica. Se in origine il problema più urgente era quello di dotare la scuola cattolica di un “progetto educativo” che fosse coerente con valori pedagogici chiari e al contempo distintivi dell’annuncio cristiano, negli anni a seguire fu necessario riaffermare e radicare il concetto che, un progetto del genere, proprio perché si parla di educazione e non solo di istruzione o formazione, necessita del ruolo attivo e creativo dei genitori.
In altre parole, la convinzione più volte ribadita è che non sia possibile una vera educazione all’interno del percorso scolastico senza quella alleanza tesa a formare la “comunità educante” a cui anche papa Francesco sembra richiamarsi. Dice, infatti, il Papa nell’appello sopra citato: ‹Un’alleanza forte tra la scuola e le famiglie permette la trasmissione delle conoscenze e al tempo stesso la trasmissione dei valori umani e spirituali (…) D’altro canto, la scuola-comunità è un microcosmo reale e aperto al futuro. Ne fanno parte coloro che sono direttamente coinvolti nel processo educativo, dal personale direttivo e amministrativo agli insegnanti e ai genitori, essendo questi ultimi il perno centrale attorno al quale ruota tutto questo piccolo mondo. Date così vita a una comunità che, con una diversità di ruoli ma una convergenza di fini, riveste le caratteristiche di una comunità cristiana e umana cementata dalla carità››.
Oggi i genitori sembrano non essere coscienti di questa funzione di cardine che la Chiesa attribuisce loro, ripiegati come sono, in una dimensione utilitaristica e mercatista, che li porta a percepirsi come meri utenti o clienti della scuola dei figli. Certo sono cambiati i tempi, intesi anche come tempi di vita, ed è cambiata la famiglia sempre più nuclearizzata e fuori da reti sociali e parentali stabili. Ma la ricerca del senso accompagna inevitabilmente anche questa generazione di genitori e non bisogna sottovalutare il fatto, che proprio le condizioni esistenziali e sociali sopra ricordate, rendono spesso la scuola l’unico luogo in cui è possibile incontrare l’altro e la verità che porta con sé. Bisogna, quindi, far sì che la scuola realizzi quella comunità che risponde all’esigenza di tanti genitori di trovare una rete sociale e amicale che li accolga e testimoni la carità e la giustizia annunciate dal Vangelo. L’Agesc ha sempre sostenuto che la scuola cattolica deve essere educativa per gli studenti ma anche per i genitori, affinché si realizzi appieno la missione che la comunità scolastica nel suo insieme persegue.
D’altra parte, sempre papa Francesco ci ricorda che questa alleanza educativa è ‹‹l’occasione per promuovere l’educazione integrale dell’uomo, al fine di garantire la costruzione di un mondo più umano e assicurargli la sua dimensione spirituale. Si tratta in sostanza di far scoprire ai giovani il progetto di Dio per ognuno di loro››. Per ognuno di noi.
Umberto Palaia, Presidente Agesc
Avvenire, 20 settembre 2024