«Avete distolto lo sguardo dallo schermo del cellulare e vi site rimboccati le maniche per mettervi al servizio della comunità». «Avete fatto una scelta giusta» dice papa Francesco rivolgendosi ai ragazzi e alle ragazze riuniti ieri mattina in Aula Paolo VI per l’udienza che il Pontefice ha voluto concedere ai partecipanti all’Incontro mondiale 'Io posso', progetto promosso dalla Fidae in collaborazione con l’Unione delle Superiori Maggiori, e ispirato all’enciclica Laudato si’.
Nel discorso che Francesco ha rivolto ai ragazzi, agli insegnanti e alle famiglie presenti ha voluto sottolineare la sua soddisfazione nel «vedere nel vostro impegno quotidiano la bellezza in azione. Nella nostra tradizione ebraica e cristiana, bellezza e bontà sono legate, sono inseparabili». E citando il brano evangelico della Creazione, il Papa spiega che il termine 'buono' in ebraico «ha un valore molto esteso e si può tradurre non solo come buono, ma anche come armonioso, una armonia polifonica, fatta di bellezza, di bontà e di condivisione ». Insomma come «l’arte del mosaico, nel quale i pezzettini di pietra visti da vicino sembrano non avere significato, ma visti nel complesso creano una visione stupefacente», anche la Creazione ha permesso allo stesso Dio di dire che quanto aveva fatto «era cosa molto buona».
Francesco ha messo in guardia i ragazzi e le ragazze dal non cadere nel rischio di comportarsi come novelli Prometeo, il giovane che «vuole sostituirsi a Dio. A volte anche a noi, senza accorgercene, cadiamo in questa tentazione, quando il nostro io diventa il centro di tutto e di tutti'. Al contrario, aggiunge il Papa è «più bello e più efficace» l’aver capito «che l’io posso deve diventare noi possiamo insieme ». Un 'insieme' che pone i giovani e le giovani (quasi 2.500 quelli presenti in Aula Paolo VI di età tra i 5 e i 18 anni, cioè dalla scuola elementare alle superiori) accanto ai docenti e ai genitori, oltre che ai coetanei.
Il Pontefice non ha mancato di ringraziare gli insegnanti che «accompagnano col loro prezioso lavoro questo progetto», ricordando il cammino verso l’appuntamento del 14 maggio 2020 per la promozione di un Patto globale sull’educazione. Grazie anche ai genitori, che «non solo contribuiscono alla realizzazione finale, ma, partecipano al progetto educativo attraverso un bel confronto fatto di curiosità e novità».
E infine il grazie e il sostegno alla loro iniziativa. «Quello che mi fa tanto piacere è che avete preferito la solidarietà, il lavoro comune e la responsabilità a tante altre cose che il mondo vi offre ». In effetti è così: certe cose ti divertono per un momento, e poi basta. Invece questo impegno insieme ti dà una soddisfazione che rimane dentro. «Ecco perché mi sembrate più felici di chi ha tutto e non vuole dare nulla. Soltanto attraverso il dare si può raggiungere la felicità».
Enrico Lenzi
Avvenire, 1 dicembre 2019