Marco, dell’ultimo banco, dimentica i libri, fa scena muta alla lavagna. Però, al docente di religione del liceo Galvani di Bologna, Francesco Paolo Monaco, ha confessato che la scuola gli manca e che, quando potrà tornare, si allontanerà dalle distrazioni e studierà di più, come investimento per il suo futuro. Filippo, sempre un po’ polemico, ha detto che l’emergenza sanitaria gli ha fatto capire che, per il futuro, vorrà «allontanare le persone astiose, che cercano il conflitto, per poter prendere il meglio dal dialogo pacifico». Martina ha un rapporto conflittuale con la mamma e le sorelle, ma la convivenza forzata le ha fatto comprendere che «la famiglia è una risorsa su cui investire per creare legami duraturi».
Sono queste le risposte al questionario sulla resilienza, che il professor Monaco ha sottoposto ai suoi alunni nel pieno dell’emergenza sanitaria. 'Resilienza' è una parola entrata nelle mode lessicali, ma che ha un significato importante: mentre la resistenza alle avversità è la semplice presa d’atto delle proprie cicatrici, nonostante le quali proseguire il cammino, la resilienza, invece, è la capacità di imparare da esse. È questo il concetto che il docente ha voluto indagare nei propri alunni. L’interruzione delle lezioni in presenza ha messo a dura prova gli adolescenti. Tuttavia, i ragazzi che si avvalgono dell’ora di insegnamento di religione cattolica hanno coinvolto anche compagni che normalmente usufruiscono dell’ora 'alternativa'. Questo ha permesso di veicolare concetti importanti per la loro crescita e formazione. Addirittura, alcuni di essi, nella valutazione finale del progetto, hanno fatto sapere che per il prossimo anno scolastico parteciperanno alle lezioni del professor Monaco. «Hanno capito che durante quest’ora si sviluppano temi che riguardano la cultura cristiana in particolare, ma in generale i valori della vita umana» osserva il docente.
Le quasi 400 risposte al questionario hanno evidenziato come la 'generazione Z', spesso tacciata di superficialità, sia invece portatrice di valori importanti. «In questo particolare frangente, i ragazzi hanno investito tempo per lavorare su se stessi, riconoscendo nel periodo di restrizioni una possibilità di rafforzare le proprie qualità personali. Hanno dunque vissuto questa emergenza come opportunità» osserva Monaco. Hanno dichiarato che, nell’immediato futuro, intendono essere resilienti anche nella dimensione spirituale e nell’attualizzazione dei valori. «Gli alunni sono stati coinvolti anche nella fase preparatoria» spiega l’insegnante: «una delle frasi più gettonate per definire la resilienza è stata quella di Micheal Jordan, che ha affermato di essere diventato un campione solo dopo avere sbagliato molti tiri e subito tante sconfitte» racconta il professore. Ciò dimostra che, sin da subito, i ragazzi hanno colto perfettamente il senso del lavoro proposto. «Queste risposte ci hanno stupito» confessa il professor Monaco, che con i propri alunni ha mantenuto un rapporto privilegiato, anche durante l’emergenza Covid. «Il Galvani è una scuola molto sensibile al tema del benessere dei propri studenti, ma quello che abbiamo imparato è che non dobbiamo sottovalutare la loro maturità e la loro scala di valori» osserva il docente. «Le risposte mi hanno confermato la fiducia che ripongo in questi ragazzi. È stata una scoperta che conforta e dà speranza per il futuro».
Chiara Pazzaglia
Avvenire, 2 giugno 2020