«Voglio benedire non solo la sede, ma anche lo sforzo, le delusioni, le difficoltà, ponti e muri, perché è necessario che andiamo tutti avanti, realizzare i sogni». Da Palazzo San Calisto a Trastevere, sede delle Scholas Occurrentes a Roma, ieri il Papa ha inaugurato in videocollegamento una nuova sede della Fondazione educativa a Buenos Aires, un’altra in Mozambico più un nuovo polo in Colombia. «Sognare è bello – ha continuato il Pontefice – ma è necessario confrontarsi con la realtà per andare avanti. Benedico anche i cuori di tutti quelli che lavorano, che sognano, che credono nella giovinezza, nei ragazzi e nelle ragazze, sono quelli che fioriranno domani e saranno capaci di fiorire se si attaccano alle radici e portano avanti quello, perché tutto quello che l’albero ha fiorito viene da quello che è sotterrato. Il Signore benedica questo lavoro, questa volontà di seminare il bene e tutta la gente che lavora e crede in questo, e benedica anche quelli che si oppongono a questo progetto e li faccia vedere che è un cammino di vita».
Con la sua visita Francesco ha anche chiuso il terzo Incontro internazionale della gioventù, organizzato sempre dalla Fondazione Scholas Occurrentes in collaborazione con il Ministero italiano dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, appuntamento che si è aperto lunedì scorso e a cui hanno partecipato un centinaio di ragazzi provenienti da Argentina, Paraguay, Colombia, Messico, Perù, Brasile, Haiti, Mozambico, Spagna e Italia. Nell’occasione un gruppo di artisti ha donato a Bergoglio un’opera realizzata per promuovere un programma delle Scholas dal titolo “Pintando puentes”.
La Fondazione Scholas Occurrentes è oggi un’organizzazione internazionale di diritto pontificio, eretta e creata da papa Francesco il 13 agosto 2013. È presente in 190 Paesi e coinvolge scuole e reti educative di varie confessioni religiose e laiche, sia pubbliche che private. Il suo obiettivo ufficiale è «la promozione della cultura dell’incontro per la pace attraverso l’educazione e anche attraverso la tecnologia, l’arte e lo sport». Le sue origini risalgono però a diversi anni fa e a spiegarle è stato lo stesso Pontefice il 4 settembre 2014, in uno dei suoi numerosi incontri con gli studenti, rispondendo alla domanda di uno di loro: «Scholas è nata... stavo per dire per caso, ma no, non è stato per caso. È nata da un’idea di questo signore qui presente, José María de Corral, coadiuvato da Enrique Palmeiro. È nata così Scholas, formando una escuela de vecinos [scuola di quartiere], nella diocesi di Buenos Aires. Oltre alle scuole, una rete di escuelas de vecinos, per costruire ponti tra le scuole di Buenos Aires. E ha costruito molti ponti, molti ponti, persino ponti transoceanici. È iniziata come una cosa piccola, come una speranza, come qualcosa che non sapevamo se sarebbe riuscita, e oggi possiamo comunicare tra noi. Perché? Perché siamo convinti che i giovani hanno bisogno di comunicare tra loro, hanno bisogno di mostrare i loro valori e di condividere i loro valori. I giovani oggi, hanno bisogno di tre pilastri fondamentali: istruzione, sport e cultura. Per questo Scholas unisce tutto».
Oggi gli argentini menzionati, José María de Corral ed Enrique Palmeiro, sono rispettivamente presidente e segretario delle Scholas, mentre il vicepresidente, anche lui argentino, è il vescovo Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Andrea Galli
Avvenire, 12 maggio 2018