Questi sono giorni importantissimi, perché riaprono le scuole in quasi tutto il nord del mondo. In Italia la prima regione a riaprirle è stata l’Alto Adige, adesso seguiranno le altre. Il funzionamento della scuola è la garanzia che il progresso è in atto, e prepara un domani migliore di oggi. I figli sapranno quanto e più dei padri.
Tutto quello che hanno fatto i padri sarà appreso e tramandato, ma i figli inventeranno e costruiranno qualcosa di nuovo, qualcosa che i padri non sapevano. La scuola è il grande motore che cambia e migliora il mondo. Dove c’è scuola, c’è cambiamento e miglioramento. Io vengo dalla profonda campagna veneta, che era un’oasi di Terzo Mondo in casa nostra, ma c’era la scuola, la scuola ha portato i nostri figli della campagna al livello culturale dei figli delle città. Quando mi son messo a girare per il mondo, in ogni Paese dove capitavo guardavo se c’erano le scuole, e se funzionavano: se funzionavano, ne deducevo che quel paese avrebbe avuto un futuro.
La prima volta che capitai in Tunisia, mi portarono loro a visitare una scuola: c’erano i banchi a due posti, come da noi, ogni posto aveva in alto a destra una vaschetta in vetro, il calamaio, e ogni mattina il bidello passava con una bottiglia d’inchiostro e la rabboccava. I bambini usavano penne a pennino, le intingevano e poi ascoltavano il dettato e lo scrivevano. Scrivevano premendo così forte il pennino sulla carta, che la punta si storceva, noi dicevamo “si schincava”. Nella scuola tutto è importante. Anche scrivere sotto dettatura. È come camminare dietro a un adulto, se lui va lontano tu arriverai lontano.
In questa settimana, in tutto il mondo, i bambini camminano dietro agli adulti. I loro Paesi camminano con loro. In tutto il mondo? Ahimè no. Le disuguaglianze economiche tra i Paesi tengono fuori dalle scuole nel mondo 250 milioni di bambini. È un dato spaventoso, non posso crederci, cerco la fonte, ma purtroppo la trovo e la fonte è attendibile: è l’Unesco. La regione più colpita dall’assenza di bambini a scuola è l’Africa subsahariana, che è naturalmente la regione del mondo dove il progresso è meno sviluppato. Qui 98 milioni di bambini non vanno a scuola. Guardo almeno se il progresso è lento ma va avanti e trovo che no, il progresso va indietro. C’è un rapporto tra scuola e progresso. Vedo che la seconda area del mondo dove le scuole non funzionano è l’Asia centrale, dove 85 milioni di bambini non sono mai entrati in un’aula, non sanno cos’è.
Se questa è la settimana in cui nel mondo si aprono le scuole e se le scuole si aprono e funzionano con questa grande spaccatura fra area euro-occidentale e area afro-asiatica, allora questa è la settimana in cui nel mondo la forbice tra paesi che corrono avanti e Paesi che restano indietro si allarga e diventa un abisso. Per questo i missionari vanno in giro per il mondo a fare gli insegnanti. Vanno a insegnare a leggere, scrivere e far di conto. Il progresso deve partire da lì.
Ferdinando Camon
Avvenire, 11 settembre 2022