La notizia è arrivata via telefono, poco meno di un mese fa, tramite la voce del cardinale Gianfranco Ravasi. All’altro capo del filo l’insegnante di religione, scrittore e saggista, Andrea Monda: «Il cardinale mi ha comunicato le intenzioni del Papa. Voleva che, nell’anno dedicato al Sinodo dei giovani, fossero dei ragazzi a commentare le stazioni della Via Crucis al Colosseo nel Venerdì Santo». Monda, che insegna al liceo classico romano Pilo Albertelli, ha così prima scelto e poi coordinato il gruppo di giovani, liceali e universitari dai 16 ai 26 anni, che si sono cimentati in un’impresa di solito riservata a teologi, sacerdoti, vescovi e cardinali.
I quindici del gruppo Albertelli (due ragazze hanno deciso di meditare la stessa stazione) «hanno avuto poco tempo ma carta bianca – sottolinea Monda –. Ci siamo visti al liceo per leggere i testi della Passione e tutto è venuto da sé, dal basso. Ognuno ha scelto la sua meditazione e, una volta scritta, mi sono limitato a limarne la forma». L’indicazione del professore è stata semplice: «Chiudete gli occhi e incamminatevi con Gesù per le strade di Gerusalemme. Basta questo. Poi fate parlare il vostro cuore e la vostra intelligenza, senza filtri. Io sono stato il loro “tramite”». Anche se i testi devono ancora essere approvati dalla Segreteria di Stato vaticana, «quello che posso anticipare è un approccio assolutamente originale ai testi che tutti conosciamo». Basti pensare che alcuni tra questi ragazzi sono nati nel 2001: «È lo sguardo di un “millennial” sul mistero della vita e della morte che caratterizza la storia dell’uomo». Nelle meditazioni si parla di nuove tecnologie, di smartphone e computer, di migranti e di dignità (persa e ritrovata). C’è chi ha evidenziato il «senso dell’ingiustizia nella condanna di Gesù», chi «il paradosso della Croce, che solo in una dimensione di fede si intuisce come strumento di salvezza».
Nelle meditazioni si parla soprattutto di dolore. «Ricordo un passaggio, ad esempio, in cui uno di loro scrive che vorrebbe evitare di guardare la scena della morte di Cristo. Preferirebbe non guardare perché “noi – parla a nome dei giovani – viviamo in una società che rimuove il dolore, non siamo più abituati a farci i conti, ci appare privo di senso, come uno scandalo da dover evitare a tutti i costi”». E proprio attraverso la Via della croce, riflette Monda, «i ragazzi hanno avuto la possibilità di recuperare una maggiore consapevolezza, che li ha portati lungo il cammino della ricerca di senso al mistero del dolore». Al termine della salita al Calvario c’è la croce ma anche la speranza: «Una ragazza ha riflettuto sul sepolcro di Cristo, che è anche il nostro, dove spesso non si ha il coraggio di scendere ma che resta, alla fine, la via privilegiata verso la resurrezione».
A lungo collaboratore di Roma Sette nel settore culturale, Monda è laureato in Giurisprudenza alla Sapienza e in Scienze religiose alla Gregoriana. È attivo su diverse testate giornalistiche, tra le quali Avvenire, e scrive recensioni per La Civiltà Cattolica. Presidente dell’associazione BombaCarta, che organizza laboratori ed eventi culturali, dal 2006 tiene un seminario su religione e letteratura alla Pontificia Università Lateranense. È autore di saggi letterari dedicati a Tolkien e Lewis e di un saggio biografico su Benedetto XVI. Su Tv2000 ha realizzato “Buongiorno Professore”, una fortunata trasmissione settimanale in forma di docu–film in cui l’insegnante suggerisce un tema e lo lancia come riflessione e provocazione. I ragazzi poi rispondono, commentano, chiedono, con curiosità e passione.
Non si sa ancora se saranno i 15 dell’Albertelli a leggere le meditazioni che hanno scritto per la Via Crucis presieduta da Papa Francesco al Colosseo: «Quello che posso dire – conclude Monda – è che ci speriamo tanto».
Christian Giorgio
RomaSette, 11 marzo 2018