«Sì, la febbre me la sono provata prima di uscire di casa, gli altri onestamente non so. E qualche dubbio mi viene». «La cosa più strana? Tenere la distanza. Tornare dopo tanto tempo e non poter avvicinare i compagni, noi che eravamo così uniti». «Nessuna paura, so che adesso noi giovani siamo più vulnerabili poiché l’età del contagio si è abbassata. Ma io mi sento sicura». Voci di studenti che ieri hanno partecipato - loro malgrado, poiché costretti ai corsi di recupero sia di classe che individuali per sopperire a debiti e insufficienze in alcune materie - alla prova generale della riapertura delle scuole. «È stato anche divertente reincontrarsi di persona anche in sicurezza» conferma Domenico Squillace, preside del liceo scientifico Volta, che ha supervisionato al rientro tra orari scaglionati, banchi distanziati, percorsi di ingresso e uscita differenziati. «Teniamo la guardia alta e abbiamo messo in atto tutte le cautele egli accorgimenti indicateci dalle autorità sanitarie», ha continuato il dirigente scolastico. Tanta è stata infatti ieri la prudenza - ma nessun problema - in tutte le scuole che hanno riaperto le loro aule. Al liceo Leonardo gli studenti entrano ed escono a orari scaglionati da ingressi e uscite separate, il personale scolastico misura la temperatura ad ogni ragazzo e richiama i gruppetti che si formano all’esterno o nei corridoi chiedendo di stare distanti. Le classi sono dimezzate e si alternano un banco occupato con uno segnato da nastro rosso e bianco. Per far seguire tutti gli studenti in presenza, rispettando le distanze minime di sicurezza, «servirebbero almeno 30 aule in più», spiega la dirigente scolastica Luisa Francesca Amantia. La mascherina sembra non essere un problema per questi primi giorni «ma portarla un anno intero sarà dura» dice Carlotta, che ha interrotto le vacanze per recuperare matematica e tedesco.
Partiranno oggi, invece, le prove all’istituto Gonzaga ma il preside Roberto Zappalà non si aspetta difficoltà «perché abbiamo già avuto contatti con le famiglie e, dalle informazioni ricevute, siamo sereni». Si accoda agli istituti che hanno rimandato l’apertura di un giorno il collegio San Carlo dove, visto il numero limitato di studenti da accogliere in questa anteprima di anno scolastico, si escludono in anticipo incidenti di percorso. Invece dal Leonardo al Vittorini, dove saranno presenti gruppi di 14 studenti al massimo divisi per materia, dal Setti Carraro al Moreschi fino al liceo artistico Brera e al linguistico Manzoni è stato deciso di ricominciare con più calma entro la fine di questa settimana. Solo pochi i casi, come al Carducci e al classico Manzoni, dove gli ingressi degli studenti sono stati rimandati alla prossima settimana. Infine, istituti come il Tito Livio, il Tenca e il Berchet hanno optato addirittura per corsi online rinviando l’apertura in presenza per potersi organizzare con maggiore tranquillità.
Intanto dalla diocesi ambrosiana è stato confermato la concessione di spazi in quattro oratori della città per ospitare aule scolastiche. È importante sottolineare, spiega la curia, che sono state accolte tutte le richieste arrivare dalle scuole.
Monica Lucioni
Avvenire Milano, 2 settembre 2020