I cambiamenti in atto nella società, la carenza di fondi e le difficoltà legate al calo demografico portano nuove sfide che chiedono alla scuola non solo di ripensare il progetto educativo-didattico, ma anche di studiare e sperimentare nuove modalità organizzative che permettano di coniugare qualità e risparmio. Le scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana trovano nella Fism una rete che è concreto aiuto per organizzarsi secondo criteri di qualità, per rafforzare la propria identità, per accedere a tutte le informazioni e i servizi necessari per svolgere la propria mission di scuola dell’infanzia paritaria.
La rete associativa Fism, che si struttura a livello nazionale, regionale e provinciale, 'garantisce - infatti - opportunità e servizi difficilmente ottenibili dalle singole scuole' e si propone come 'luogo da vivere per un reciproco aiuto, una comune testimonianza e un impegno per la società e la Chiesa». È una rete che «genera un legame forte tra ciascuna scuola e la Federazione - e viceversa - e tra le scuole tra di loro». È proprio questo legame che ha permesso alle scuole di sperimentare il Coordinamento di zona tra scuole di territori omogenei. È questo un livello di rete dove ci si confronta, si analizzano problemi, si studiano possibili soluzioni ma, soprattutto, ci si aiuta nel costruire un’offerta formativa che valorizzi «tutte le dimensioni della persona con un’attenzione particolare alla dimensione religiosa alla formazione della coscienza e alle domande di senso».
Se il tema della qualità dell’offerta formativa trova nella Fism e nei Coordinamenti di zona il primo «luogo» del confronto e dell’aiuto, rimane ancora aperta la riflessione sulle possibili strategie organizzative da adottare per realizzare quei risparmi indispensabili alle nostre scuole perché possano continuare il prezioso servizio alla persona e alla società, nonostante la mancata realizzazione della parità economica. Un’opportunità ci viene dal vigente Ccnl-Fism che apre la possibilità di strutturare il rapporto tra le scuole stipulando un Accordo di rete di più enti che risponda alle esigenze della qualità e del risparmio. L’accordo di rete si propone di «elevare gli standard qualitativi dell’offerta formativa, ottimizzare i costi, fare acquisti in comune, gestire il personale, razionalizzare e migliorare l’organizzazione del lavoro, far acquisire maggiori competenze e professionalità, porre in essere efficaci progettualità e realizzare forme di coordinamento e di collaborazione» (art 31 Ccnl-Fism). Si configura come accordo tra scuole che non necessita di atto notarile. È una procedura snella che apre nuove possibilità per l’organizzazione del lavoro e per una progettualità sempre più capace di rispondere alle nuove sfide educative.
L’«Accordo di rete» fondato sul binomio qualità-risparmio coinvolge l’area gestionale, l’area del personale, l’area di segreteria e l’area pedagogica e ha nella valorizzazione della professionalità del personale docente e non docente il suo punto di forza. Infatti, le domande educative che nascono dalla complessità della società caratterizzata dalla globalizzazione e dalle nuove tecnologie chiedono alla scuola livelli di professionalità sempre più elevati. La possibilità di mettere in comune esperienze e competenze non è solo un prezioso aiuto ai docenti, ma è condizione per costruire risposte più ampie, di Sistema; ricche e innovative; di certo difficilmente realizzabili dalla singola scuola.
Grazie all’accordo di rete è possibile, inoltre, effettuare risparmi significativi da reinvestire in progetti pedagogico-didattici; ottimizzare l’utilizzo del personale anche attraverso l’istituto del distacco temporaneo presso una scuola che ha sottoscritto l’accordo; programmare attività e servizi con uno sguardo che supera i confini del proprio territorio; dare maggior peso politico alla voce della scuola paritaria. Nel concreto, per realizzare un accordo di rete è necessario che le scuole di un territorio firmino un reciproco impegno di collaborazione, dotandosi nel contempo di una struttura che prevede specifici luoghi istituzionali e contesti organizzativi – quali il Consiglio dei legali rappresentanti degli enti delle reti, il collegio dei coordinatori pedagogici, il collegio dei segretari amministrativi – ciascuno con propri ruoli, compiti, responsabilità; ma tutti, insieme, impegnati a sostenere un comune, grande progetto: far crescere le scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana associate alla Federazione come istituzioni sempre più capaci di rispondere alle nuove esigenze, alle nuove domande, ai nuovi bisogni per garantire ai bambini e alle loro famiglie un’offerta educativa e formativa di qualità. Le sperimentazioni in atto dicono che la strada è percorribile e che la rete Fism può arricchirsi di una nuova struttura organizzativa che rafforzi l’esistente e prepari il futuro.
Giovanni Battista Sertori
Avvenire, 5 giugno 2018