UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuole dell’infanzia al via. Prima campanella a Bolzano

Ripresa delle lezioni senza mascherina e senza didattica a distanza
6 Settembre 2022

Prima campanella, finalmente senza mascherina dopo oltre due anni di obbligo, per 90mila bambini e ragazzi altoatesini, apripista in tutta Italia per il nuovo anno scolastico. Si tratta comunque di una sorta di “libertà vigilata” perché con casi di positività in classe scatterebbe nuovamente l’obbligo di Ffp2 come misura preventiva. Per il momento però ognuno sarà libero di scegliere se tenere la mascherina oppure no, a seconda della propria situazione. «Un bel banco di prova, siamo felici di vedere i sorrisi dei ragazzi che tornano a scuola», commenta l’assessore all’istruzione di lingua italiana Giuliano Vettorato. «Abbiamo lavorato tanto questa estate per un ritorno alla normalità, ovviamente abbiamo un piano B e C che però speriamo di non utilizzare», aggiunge il sovrintendente scolastico Vincenzo Gullotta. Per Franco Lever, preside dell’istituto Martin Luther King di Bolzano, «vedere il viso dei ragazzi e degli insegnanti fa la differenza».

Lunedì prossimo, 12 settembre, toccherà quindi agli studenti di Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, provincia autonoma di Trento, Veneto e Lombardia. Martedì 13 rientro in classe per gli alunni della Campania e mercoledì 14 per quelli di Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Umbria e Molise. Il giorno dopo sarà la volta di Emilia Romagna, Lazio e Toscana. Ultimi a tornare tra i banchi, lunedì 19 settembre, gli studenti di Sicilia e Valle d’Aosta.

Il rientro, come detto, sarà senza obbligo di mascherina, anche se si dovranno comunque rispettare al- cune regole di base. Non potranno entrare in classe, naturalmente, alunni e insegnanti positivi al Covid e coloro che presentano una temperatura superiore ai 37,5 gradi. Per gli alunni positivi non è più prevista la Didattica a distanza e nemmeno la Didattica digitale integrata. Una decisione, presa dal ministero dell’Istruzione, non condivisa dalla rivista Tuttoscuola, che parla di vera e propria “fatwa” contro la didattica digitale: «Al centro del servizio scolastico ci sono le esigenze delle scuole e del personale o gli interessi degli studenti?», chiede la rivista specializzata. E aggiunge: «Per molte scuole la didattica integrata è ormai la regola, non l’eccezione. Siamo a conoscenza di scuole che intendono precisarlo nel Regolamento di Istituto continuando, a determinate condizioni, a offrire la Ddi in tutte le forme ritenute efficaci. Fanno bene. È uno dei pochissimi lasciti positivi di una pandemia che ha straziato la società a livello globale».

Intanto, prima campanella anche per i bambini della scuola dell’infanzia di Lombardia e Provincia autonoma di Trento. Sono quasi 30mila i bambini e le bambine tra 0 e 6 anni che frequentano nidi, sezioni primavera e scuola dell’infanzia del Comune di Milano. Su tutto il territorio sono 138 le sedi comunali di nidi e 37 sezioni primavera, oltre 92 nidi accreditati, che hanno ripreso le attività insieme alle 169 scuole dell’infanzia che ospitano 836 sezioni. Complessivamente, in Lombardia alle scuole dell’infanzia statali sono iscritti 102.887 bambini, di cui 2.878 con disabilità, distribuiti in 4.723 sezioni. Per quanto riguarda le paritarie, le scuole dell’infanzia, in Lombardia, sono 1.684, con 122.403 bambini iscritti.

Nei giorni scorsi, la Federazione italiana scuole materne (Fism), che rappresenta oltre novemila scuole paritarie in tutta Italia, con mezzo milione di bambini iscritti, è intervenuta sulla proposta, avanzata dal segretario del Partito democratico, Enrico Letta, di rendere obbligatoria la frequenza della scuola dell’infanzia, sostenendo che «la gratuità viene prima dell’obbligatorietà». «Il sistema di finanziamento attuale – si legge in una nota – prevede la gratuità per l’offerta pubblica in capo allo Stato e ai Comuni ma non per quella delle scuole paritarie. Dunque un terzo delle famiglie non dispone della gratuità riservata alle altre. Il sistema deve prima di tutto prevedere la gratuità dell’accesso per tutte le famiglie. A quel punto non si porrà nemmeno la questione della obbligatorietà, considerando i tassi di frequenza oltre la soglia del 90% dei territori che dispongono di avanzati sistemi (integrati) di offerta educativa e di istruzione».

Avvenire, 6 settembre 2022