UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuole aperte d’estate per i profughi

Un aiuto per la didattica e la lingua
28 Aprile 2022

Scuole aperte d’estate per l’accoglienza e l’integrazione dei profughi ucraini. Lo ha deciso la Commissione Cultura: una risoluzione che impegna il governo a tenere aperti gli istituti nel periodo estivo a supporto dei quasi 40.000 minori ucraini arrivati in Italia. «Per continuare il prezioso lavoro di integrazione didattica, linguistica e culturale» spiega Vittoria Casa (M5s), presidente della commissione.

Sono 17.441 giovanissimi ucraini arrivati in queste settimane nei nostri istituti scolastici. In tutto nel nostro paese sono arrivati 101.772 ucraini: 52.623 sono donne, 12.747 uomini, 36.402 minori e di questi circa la metà frequentano ora le nostre scuole.

I più piccoli arrivano impauriti, imbronciati, intimiditi. «Basta il passaggio di un’ambulanza e i loro occhi si riempiono di terrore, corrono a nascondersi sotto i tavoli », racconta l’educatrice di una scuola materna romana. I più grandi finiscono, con il tempo, per aprirsi e fare nuove amicizie. «Al Newton è arrivato un ragazzino ucraino – racconta la preside, Cristina Costarelli –. È molto bravo nelle discipline scientifiche, sta imparando l’italiano ed ha un mediatore che trascorre tutta la giornata scolastica con lui, gli fa una traduzione immediata delle lezioni. Ha una modalità di approccio diversa da quella italiana: i ragazzi e i docenti da subito sono stati molto espansivi, accoglienti e affettuosi con lui che appariva invece molto distaccato. Ora sta ingranando, si sta aprendo, si sta inserendo, anche se dice che vuole giustamente rientrare, appena si potrà, nel suo Paese».

In generale, i dirigenti scolastici parlano di un buon inserimento dei ragazzi ucraini nelle loro scuole, innanzitutto umano, con le difficoltà linguistiche che sono immaginabili. I mediatori sono stati reperiti soprattutto grazie alla rete di conoscenze che ognuno ha messo in campo e grazie al passaparola, pur avendo chiesto agli enti locali di fare una ricognizione delle istituzioni che possono metterli a disposizione. «Sono figure che cominciano a scarseggiare – lamenta Costarelli – e talvolta sono persone che hanno una conoscenza della lingua italiana limitata, perché si tratta di lavoratori da tempo in Italia».

Intanto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha incontrato a Roma la viceministra dell’Educazione ucraina, Rogova Vira. È stato costituito un gruppo di lavoro per rafforzare l’impegno dei due Paesi e risolvere una serie di questioni legate all’organizzazione del processo educativo. Il ministero dell’Istruzione italiano, che ha tracciato le linee guida per l’accoglienza e ha creato una sezione dedicata del suo sito web con materiali didattici e informazioni sul sistema scolastico ucraino, punta anche al supporto psicologico e al recupero della socialità proprio grazie alle attività dedicate previste nel periodo estivo. (D. Fas.)

Avvenire, 28 aprile 2022