Ma davvero la rovina della scuola italiana è l’«ideologia dell’inclusione»? SE lo chiede, su Avvenire del 3 maggio 2017 Roberto Carnero, che prosegue: “Chi nella scuola lavora e vive quotidianamente la fatica di un mestiere certamente difficile, ma sempre positivamente sfidante, sa che uno dei suoi compiti principali è quello di trovare le strade per portare gli studenti, ogni studente, al traguardo, alla meta, cioè al raggiungimento degli obiettivi che si sono fissati in sede di programmazione. La scuola italiana negli ultimi anni ha fatto molti passi avanti in questo senso”.
Serietà e autorevolezza sono le parole chiave per rispondere a tale sfida. Bisogna infatti capire “che cosa significa veramente includere. Non si tratta certo di dare un lasciapassare indiscriminato a tutti per una promozione d’ufficio all’anno scolastico successivo. Includere vuol dire, al contrario, portare tutti i ragazzi, o quanto meno il maggior numero di ragazzi possibile, ai cosiddetti «obiettivi minimi», raggiunti i quali si è in grado di seguire con profitto il successivo anno di corso”.
Leggi l’articolo integrale di Roberto Carnero:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/scuola-inclusione-non-ideologia-nefasta
Sul tema della valutazione interviene sulle pagine del quotidiano Avvenire anche il pedagogista Daniele Novara, la cui riflessione prende le mosse dalle prove Invalsi, in calendario in questi giorni in tutte le scuole.
“La scuola – afferma Novara – ha bisogno di un sistema di valutazione davvero fondato sulla conoscenza che abbiamo oggi di come funziona l’apprendimento. Prima di tutto, c’è l’errore. La possibilità di sbagliare e quindi di procedere a una riorganizzazione delle proprie capacità è un elemento fondamentale di un apprendimento efficace e duraturo. Poi, ci sono: la possibilità di fare esperienza diretta e concreta; di stimolare sorpresa e scoperte; di attivare domande dentro percorsi da fare in autonomia”.
Leggi l’articolo integrale di Daniele Novara:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/valutare-gli-studenti-in-base-ai-progressi
Un ulteriore contributo presentato il 3 maggio da Avvenire è quello di Roberto Seghezzi e Michele Tiraboschi, dal titolo “Un patto sui curriculum tra Università e aziende”. Lo si può leggere a questo link:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/un-patto-sui-curriculum-tra-universit-e-aziende