UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola, scontri «incresciosi»

Bianchi: più peso al triennio
11 Febbraio 2022

Maturità, alternanza scuola-lavoro ma anche edifici vecchi, malessere e paura. Tutto questo è la scuola oggi. La scuola che ha incontrato il ministro Bianchi, due giorni fa, dopo l’annuncio della seconda prova scritta (inaspettata) alla maturità. La scuola che è scesa in piazza dopo la morte del 18enne e le proteste e le cariche della polizia che sono seguite. E così ieri, prima il ministro Bianchi, poi il ministro Lamorgese, sono tornati nuovamente sui temi caldi dei nostri giovani.

A partire da quelle proteste che hanno animato le piazze di Torino, Milano e Roma, a fine gennaio e dove si sono viste anche le cariche della polizia, «fatti incresciosi» ha ammesso il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in un’informativa al Senato sulle manifestazioni studentesche, in particolare quelle del 27 gennaio a Torino dove si sono registrati diversi feriti. E dove fra i manifestanti, ha confermato la titolare del Viminale, c’erano anche alcuni esponenti dell’area anarchica, in particolare del centro sociale Askatasuna presenti con «l’intenzione di arrivare allo scontro fisico». «Le proteste giovanili esprimono anche la voglia di partecipazione di un mondo, quello giovanile, che durante la pandemia ha sofferto l’isolamento, e rappresentano un segno di vitalità della nostra democrazia che fa ben sperare – ha aggiunto Lamorgese – Ma la democrazia ha delle regole, dalle quali non si può prescindere. È necessario bilanciare il diritto di manifestare liberamente e la tutela della salute pubblica». Spetterà alle autorità inquirenti, ha poi aggiunto, «accertare la dinamica dei fatti ed eventuali responsabilità anche degli operatori di polizia». E per il futuro, ha annunciato, le forze di polizia utilizzeranno le bodycam nei servizi di ordine pubblico.

Intanto sulla seconda prova scritta alla maturità, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, tira dritto. Malgrado le proteste degli studenti che trovano la spalla anche di alcuni presidi. L’incontro di martedì «non era un negoziato» ha ribadito ieri, spiegando tuttavia di stare ragionando «sull’ipotesi di dare più peso al percorso del triennio che all’esame in sé». «Gli studenti hanno fatto questa richiesta in maniera molto ponderata e in maniera altrettanto ponderata ci sto ragionando su» ha confermato. E sull’alternanza scuola-lavoro che è di dieci anni fa, ha ricordato, «è superata. Dobbiamo tornare alla capacità di una scuola che integra anche a esperienze esterne e fare tutto in pienissima sicurezza. È fondamentale che ci sia una varietà di esperienze che rientrino in un percorso educativo, non servono esperienze spot».

Continua così la protesta e l’escalation delle occupazioni. A Torino, dopo la prima occupazione al Liceo Gioberti, gli studenti avevano annunciato che sarebbe stata 'una primavera calda' e, in effetti, dopo l’istituto di via Sant’Ottavio molte scuola hanno replicato la protesta: Alfieri, Primo Levi, Cattaneo, Passoni e, da ieri mattina il Bodoni Paravia. Anche a Milano, continua l’agitazione. E domani previste ancora manifestazioni e sit-in. Gli studenti torneranno a protestare davanti al ministero dell’Istruzione.

Daniela Fassini

Avvenire, 10 febbraio 2022