UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola, quella normalità con i soliti problemi

La voce di due presidi e del nuovo direttore dell’Ufficio scuola della Diocesi di Roma
14 Settembre 2022

Entusiasmo misto a preoccupazione. Sono queste le due sensazioni che Cristina Costarelli, dirigente scolastico del Liceo scientifico Newton e presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, esprime all’inizio di un nuovo anno scolastico. «Si ritorna in classe, dopo due anni segnati dal Covid-19, con uno spirito positivo e di ottimismo – afferma – perché rispetto agli anni scorsi c’è una spinta forte per il ritorno alla normalità e quindi al bello della scuola, le sue iniziative e i suoi progetti». Tuttavia «non mancano le domande su diverse situazioni come l’uso della mascherina, che non è previsto come obbligatorio – continua Costarelli – mentre gli ambienti-classe sono spazi limitati rispetto al numero degli alunni. Ci preoccupa soprattutto il sistema di aerazione delle aule e la qualità dell’aria all’interno delle scuole, aspetti che non sono stati per nulla affrontati pur a fronte di linee-guida emanate dal governo». La dirigente ritiene che non ci sia stato «nessun investimento reale e nessun impegno concreto» mentre «il livello di Co2 nelle aule è alto e rappresenta un problema di salute al di là del Covid-19». Altre questioni ancora aperte sono quelle relative alla presenza di alunni contagiati dal coronavirus: «Non sappiamo se dovremo segnalare come gli anni scorsi i nominativi alla Asl – fa notare Costarelli – mentre sappiamo per certo che la Dad non è più prevista ed è giusto che sia così se il Covid viene ormai equiparato ad ogni altra forma di malattia».

Guardando alle criticità ancora irrisolte a pochi giorni dal suono della prima campanella (già domani per molte scuole romane), Costarelli fa riferimento sia alla «necessità della piccola manutenzione, come la potatura di alberi cadenti, per la quale si aspettano anche dei mesi», sia alla «storia già vista della mancanza di docenti assegnati, con il problema delle nomine per le supplenze annuali, pur diverso da provincia a provincia, almeno nel Lazio, dove ad esempio a Viterbo e Rieti è tutto a posto mentre a Roma decisamente no».

Sottolinea che «le nomine sono al completo per quanto riguarda gli insegnanti di religione cattolica di Roma - pur con le ultime rettifiche da fare per alcune esigenze sorte in questi giorni per trasferimenti o cambi di cattedra da parte dei docenti - Rosario Chiarazzo, dal 1° settembre nuovo direttore dell’Ufficio scuola del Vicariato. «Quello che osserviamo è che abbiamo bisogno di insegnanti di religione cattolica – fa sapere –. Auspico quindi che ci sia un sempre maggiore incremento di studenti che affrontano gli studi storico teologici, laddove il docente di religione è una figura che si confronta davvero con i giovani e con l’esperienza che fanno di un mondo in divenire e può avere un ruolo trainante nel qualificare le relazioni, da recuperare dopo questi due anni limitati dal Covid. Spero che questo Ufficio, in continuità con quanto fatto dal mio predecessore, Rosario Salamone, venga percepito e vissuto dagli insegnanti come luogo di incontro e di scambio».

Docente di religione cattolica per 25 anni, di Lettere per 12 e per due decenni vicepreside, Chiarazzo, oggi anche docente di Esegesi e Teologia biblica all’Istituto Ecclesia Mater, conosce bene e dal di dentro il mondo della scuola. «Ogni ripartenza, come quella di quest’anno dopo il Covid-19 – sottolinea –, è sempre problematica perché è come dover muovere un enorme macigno ma vedo che c’è notevole buona volontà e impegno consapevole da parte dei dirigenti scolastici e anche dei docenti, che sentono questo peso educativo nei confronti delle nuove generazioni».

Anche Paola Senesi, preside del Liceo classico Giulio Cesare, sottolinea l’importanza di «investire sui nostri giovani perché sono loro il nostro futuro e dalla loro preparazione e dal loro essere qualificati o meno, dall’avere maturato o meno un senso critico dipende il futuro della nostra società». Senesi si dice «serena per questa ripartenza, che viviamo con uno spirito di attesa e con attenzione e prudenza. Il passato deve insegnarci a tenere viva l’attenzione e a stare in guardia».

Michela Altoviti

Roma Sette, 11 settembre 2022