Sfide comuni a tutta la scuola, statale o paritaria che sia, sono certamente - come sottolinea il direttore dell’Ufficio Cei, Ernesto Diaco - “quella di alimentare le sinergie educative con le famiglie, il territorio e le altre istituzioni formative, o anche il saper leggere i cambiamenti in atto e rinnovare le relazioni fra gli educatori in chiave di corresponsabilità”
Fra pochi giorni (il 12 settembre nel nostro Veneto e in varie altre regioni, mentre in altre con qualche giorno di differenza) riaprono le scuole. Si direbbe – ed è il caso di ripeterlo – con i soliti problemi, sia per quanto riguarda l’assegnazione dei docenti (forse ancora più problematica quest’anno…), sia per altre questioni, come ad esempio per l’adeguamento degli edifici, nonostante qualche passo in avanti si sia fatto nelle ristrutturazioni; ma restano moltissime carenze proprio in queste fondamentali strutture statali, mentre si esige (giustamente, ma con ben maggiore severità) la messa a norma in quelle non statali… Particolarmente significativa, oltre a quella dell’infanzia, la scuola elementare (anzi “primaria”), forse più problematiche le medie (anzi la “secondaria inferiore”) e certamente più impegnative e complicate le “superiori”. Ma si tratta di un mondo che richiama il compito educativo, non più della sola famiglia bensì dell’intera collettività. A proposito di scuole non statali – ma parimenti “pubbliche”, perché tale è il servizio da loro offerto -, da qualche giorno è on line nel sito dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei un interessante documento “Educare nel cambiamento. Realtà e futuro della scuola e della formazione professionale cattolica e di ispirazione cristiana”, destinato evidentemente alle scuole cattoliche, ma con stimoli importanti e validi anche per tutto il mondo scolastico.
Sono circa 8.300 le scuole cattoliche in Italia (i due terzi delle scuole paritarie) con 54.000 insegnanti e 611.000 alunni: una fetta modesta dell’universo scolastico, ma certamente rappresentativa e non di rado anche utile palestra di novità e di sperimentazioni: la scuola paritaria, del resto, viene definita come una vera risorsa per la pluralità di proposte che permette di attivare e al tempo stesso “stimolo nel sistema nazionale dell’istruzione”. Tra gli spunti del documento – che mette insieme un testo fondante dell’anno scorso (“Autonomia, parità e libertà di scelta educativa”) e un sussidio specifico di quest’anno (“Uno strumento per il discernimento delle comunità educative”) e intende aiutare a “pensare la scuola e l’educazione nel contesto attuale” – sono soprattutto da cogliere le provocazioni per leggere il cambiamento socio-culturale in corso e per confrontarsi con le nuove sfide che esso impone. Sfide comuni a tutta la scuola, statale o paritaria che sia, sono certamente – come sottolinea il direttore dell’Ufficio Cei, Ernesto Diaco – “quella di alimentare le sinergie educative con le famiglie, il territorio e le altre istituzioni formative, o anche il saper leggere i cambiamenti in atto e rinnovare le relazioni fra gli educatori in chiave di corresponsabilità”. Un bel compito, impegnativo ma anche entusiasmante, che dirigenti e docenti potrebbero sentire come un peso gravoso oppure affrontare con rinnovata energia, consapevoli che proprio negli anni dell’istruzione e dell’educazione delle nuove generazioni si costruisce il futuro del Paese.
Vincenzo Tosello
Sir, 6 settembre 2018